Sono tante le bufale sul coronavirus, molte artatamente create per destabilizzare, altre per vendere. Vediamone qualcuna e lasciamoci orientare solo dal ragionamento logico.

Il mio buon proposito per il 2019 fu quello di chiudere definitivamente tutti i social, mentre per il 2020 il buon proposito è stato quello di usare internet solo per fare ricerche, scrivere di tanto in tanto sul blog, leggere le mail, guardare film in streaming e chattare solo con gli amici più stretti; in altre parole fare un uso canonico della rete, evitando assolutamente ogni forma di contagio da complottismi, idiozie, contenuti sgrammaticati e ricchi di imbarazzanti semplificazioni concettuali, fake news e teorie inventate di sana pianta.

Tuttavia, nonostante l’accuratezza della strategia volta ad evitare tutto ciò, inevitabilmente ci si imbatte in notizie folli e assurde che hanno caratterizzato il primo mese del nuovo decennio, vuoi provenienti da note testate giornalistiche, vuoi da efficaci debunker che – al fine di smascherare le bufale – mettono in risalto le assurde tesi di complottisti e bufalari.

Sappiamo poco del nuovo virus, chiamato coronavirus o, in ambito scientifico, 2019-nCoV (virus, non batterio, come qualcuno confusamente dice) che sta provocando decessi in Cina e che potenzialmente si può diffondere in tutto il globo, a causa degli effetti della globalizzazione, che porta persone e merci a spostarsi rapidamente da un luogo all’altro e con flussi talmente elevati da mettere in difficoltà anche i più rigidi sistemi di sicurezza degli stati nazionali.

Tuttavia sappiamo che è un virus di cui un ceppo è molto diffuso tra gli animali, tra cui cani e gatti domestici e che, come tutti i virus, tende a variare, ossia ad adeguarsi all’ambiente ospite e persino agli anticorpi; sappiamo però che questo virus non si è mai diffuso tra gli esseri umani, mentre può circolare tra gli animali.

Ora, non sarebbe del tutto assurdo immaginare che la prima teoria sulla diffusione del coronavirus tra gli esseri umani, ossia che sia passata dai serpenti all’uomo, sia del tutto peregrina, anzi. Conoscendo, anche a grandi linee, la mutabilità dei virus e sapendo che in Cina vi sono scarsissimi controlli igienico-sanitari nei mercati di animali vivi e morti, la promiscuità di essi con l’essere umano e le abitudini alimentari molto discutibili di gran parte della popolazione cinese, è davvero così difficile immaginare che il virus sia mutato e si sia trasferito nell’uomo?

Eppure a leggere le tante notizie che si susseguono in rete sembra di vivere una spy-story. Molte di queste informazioni, totalmente infondate, sono create da semplici utenti del web al solo scopo di ottenere visualizzazioni e soldi dalle inserzioni pay-per-click, altre sono diffuse dai media tradizionali anche per lo stesso motivo, certo, ma soprattutto per destabilizzare l’opinione pubblica, distrarre e creare inutili dibattiti. Non per uno scopo specifico e cogente, sia chiaro, ma perché è il metodo ormai sedimentato da decenni di informazione mediatica (pubblica e privata) di stampo post-moderno e ultra-liberista: manipolare le opinioni delle masse, riempirle di informazioni inutili, al fine di scardinare ogni forma di metodo logico-deduttivo e di impostazione razionale e sollecitare al contempo le fantasie, l’immaginazione, la pancia, la parte irrazionale dell’intelligenza umana per tenerle in perenne stato di subalternità ed evitare che possano emanciparsi, organizzarsi e mettere in discussione tutto l’impianto ideologico su cui si regge il potere (e la sovranità) del mercato globale.

Insomma, gli strumenti mediatici sono potenti nel perseguire il classico modello di dominio: il divide et impera. Basta buttare nella mischia dell’informazione notizie manipolate o addirittura false, opinioni distorte o titoloni di grande impatto emotivo per far scannare tra di loro i poveracci e per tenere impegnati i bravi giornalisti o, in generale, le persone razionali e di buona volontà ad arginare le false notizie anziché a concentrarsi sulla buona informazione.

Di seguito alcune notizie sul coronavirus ampiamente diffuse da piccoli e grandi media e di cui, ovviamente, non viene data alcuna prova.

Il coronavirus è stato creato in laboratorio

Ogni buon complottista ha nel suo bagaglio di false informazioni la sceneggiatura da spy-story che comprende spesso la volontaria diffusione di una malattia, a scopo terroristico o di dominio geografico. Di solito però, nei film, è sempre il terrorista cattivo che, con gli scienziati cattivi o in prigionia, progetta e diffonde un virus tra la popolazione, quasi sempre chiedendo ai governi interessati di rilasciare dei prigionieri o trasferire delle somme di denaro. In questo caso non sappiamo quale sia la finalità della diffusione del coronavirus, ma forse i complottisti l’hanno trovata.

E’ stato diffuso in occasione degli scontri a Hong Kong, per impedire ai manifestanti di scendere in piazza

proteste_cina_coronavirus

Secondo alcuni complottisti c’è una strana coincidenza tra gli scontri di piazza a Hong Kong e la diffusione del coronavirus, quindi sicuramente è colpa del governo cinese che vuole così bloccare ogni forma di protesta. Non vi pare logico? Diffondere una malattia per decimare la popolazione, bloccare tutta un’economia, perdere titoli in borsa, bloccare la produzione, perdere forza lavoro per fare cosa? Per fermare delle proteste. A me pare che il discorso fili.

simpson coronavirus

E’ un’arma batteriologica per ridurre la popolazione mondiale

Anche in questo caso i complottari si sono sbizzarriti, fantasticando di armi batteriologiche volute dai poteri forti (quali, non si sa mai) e finalizzate a decimare la popolazione mondiale. Certo il fatto che di solito, per i complottari, le lobby stanno quasi sempre in Occidente, mentre il virus si è diffuso in Oriente, poco importa.

Non era meglio diffonderlo subito in Europa o negli USA? Così sarebbe stato più comodo, più veloce e pure meno dispendioso. Certo qualche complottaro direbbe che in Cina risiede buona parte della popolazione mondiale, ma io non mi capacito di come i poteri forti occidentali siano riusciti a mettersi d’accordo con il governo cinese in gran segreto, senza che possa trapelare una sola informazione da un partito Comunista cinese con un’ampia struttura burocratica (e quindi ricco di falle) che è in lotta con l’India, non in ottimi rapporti col Giappone, in rapporti tesi con gli USA e in rapporti altalenanti con i tecnocrati europei.

E poi resta sempre il dubbio di quanto convenga ai poteri forti decimare una forza lavoro a costo quasi zero che permette al capitalismo globale di prosperare.

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In Cina lavorano tutti, pure i bambini, a costo zero. E’ per questo che puoi comprare paccottiglia inutile a quattro soldi

E’ un modo per vendere vaccini

Nelle strampalate teorie complottiste non potevano mancare i no-vax, che ovviamente hanno colto la palla al balzo sostenendo che questo virus è volutamente diffuso affinché i big-pharma possano vendere più vaccini. Resto sempre perplesso sull’opportunità di diffonderlo volutamente in Cina anziché in Occidente, dove avrebbe fatto rapidamente un maggior numero di morti e a quest’ora i big-pharma avrebbero guadagnato ingenti somme con i vaccini, dato che i complottisti sostengono che virus e vaccini siano già stati progettati da tempo.

Se gli stessi complottisti sostengono pure che in Cina il virus avrebbe già prodotto 9000 morti in poco più di un mese (quando in realtà, ad oggi, sono 305) e quindi è molto violento, non è meglio immaginare che sia tutto un complotto da parte della lobby delle pompe funebri? Secondo me sono più potenti dei big-pharma.

Il virus è stato progettato dagli americani per fermare l’economia cinese

Questa è una delle più divertenti. Nel copione della spy-story non può certo mancare il complotto atlantista contro un potentissimo avversario la cui economia mette in ginocchio il sogno americano. Questa teoria, di chiara matrice cinematografica, non solo non ha alcun riscontro fattuale, ma dimostra l’assoluta ignoranza di chi la espone su come funzionino i rapporti diplomatici ed economici, gli scambi commerciali, gli istituti scientifici, i protocolli sull’importazione/esportazione di materiali altamente pericolosi per l’incolumità pubblica, nonché su come opera la diffusione di un virus. Ma questo poco importa, perché è più facile fare leva sul presunto conflitto economico. E poi se lo dice Fusaro dev’essere vero per forza.

Poi altra cosa è dire che gli USA beneficeranno (solo parzialmente e temporaneamente) del blocco dell’economia cinese e del crollo della borsa di Hong Kong, ma è un altro paio di maniche e comunque nel breve e soprattutto nel medio periodo l’economia globale (inclusa quella statunitense) soffrirà qualora l’economia cinese dovesse contrarsi a causa di disposizioni stringenti in materia di incolumità pubblica, che comprendono anche la sospensione delle attività lavorative.

Cina e Francia nel 2014 hanno costruito un laboratorio di biochimica a Wuhan per la ricerca su virus infettivi

Wuhan National Biosafety Laboratory coronavirus

Questa notizia fa rabbrividire tutti i complottisti e confermerebbe le teorie di chi crede che il virus sia stato progettato in laboratorio. Peccato però che il Wuhan National Biosafety Laboratory sia nato proprio in conseguenza della diffusione della SARS, nel 2003 (e non nel 2014) e che sia situato all’interno di una delle più prestigiose università della Cina, quella di Wuhan, fondata nel 1893 e avanzatissima nel settore della ricerca scientifica.

Chi invece sostiene che da lì sia scappato il virus, per errore umano, forse non conosce i protocolli di sicurezza di laboratori così avanzati. Poi tutto può essere, persino l’errore umano, ma da qui ad affermare la volontà di diffondere un virus, ce ne passa.

Aumenta il titolo in borsa delle aziende che producono vaccini contro il coronavirus

wall street borsa

Diversi giornali hanno diffuso la notizia che i titoli in borsa di aziende che stanno progettando il vaccino per il coronavirus hanno visto le proprie azioni aumentare di valore in brevissimo tempo. E così, ovviamente, buttano benzina sul fuoco per tutti quei complottari che credono nella volontaria diffusione del virus per arricchire i big-pharma.

In questo caso il saggio direbbe, con voce tonante, esticazzi, ossia è ovvio che aumenti il titolo, perché queste aziende operano sul mercato e gli investitori scommettono su di loro, investono i propri soldi, che vanno a finire nelle aziende e, di conseguenza, le azioni valgono di più.

Il fatto che aumenti il valore delle azioni di queste aziende significa solo che il mercato sta scommettendo in positivo, non significa null’altro. Poi il fatto che sia immorale scommettere sulla salute delle persone e che la ricerca scientifica dovrebbe essere indipendente dal mercato è un altro discorso e sono d’accordissimo, ma qui si sta parlando di media che alimentano le teorie complottistiche con modalità ambigue e con la chiara volontà di creare polemiche e complottismi.

I falsi contagi e la psicosi collettiva

mascherina ospedale coronavirus

Anche sulla questione dei falsi contagi i media hanno una grossa responsabilità e ingigantiscono un problema per cui bisognerebbe muoversi con cautela. Prima di diffondere una notizia sarebbe deontologicamente corretto verificarne la fondatezza, ma questa professionalità ormai è quasi scomparsa, perché prevale la velocità e la sensazionalità di una notizia.

E’ grottesco pensare che ogni anno l’influenza provoca più di 7000 morti o che il morbillo provocava mezzo milione di morti solo nel 2000 e più di 100.000 decessi nel 2017 e le notizie non destano clamore, perché non interessano i media (o interessano solo strumentalmente), mentre per il coronavirus si stia scatenando una psicosi collettiva assolutamente ingiustificata, che induce alcuni persino a non uscire più di casa o pregiudica l’attività lavorativa di molti imprenditori cinesi.

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Screen preso da spotted. Stiamo parlando di uno studente universitario. Il “caso” di cui parla si è poi rivelato infondato.
cartello negozio cinese lecce coronavirus fonte telerama
Restando sempre in zona (a Lecce), alcuni commercianti cinesi, a causa della psicosi coronavirus, presi dallo sconforto, hanno deciso di lasciare la gestione dell’attività al personale italiano. Fonte telerama

le mascherine e i rimedi omeopatici

Sulla questione dei rimedi casalinghi o alternativi a futuri vaccini si sta sviluppando un dibattito e ovviamente ci sono sempre i fraudolenti mercanti che propongono mascherine e rimedi omeopatici.

Inutile dire che si tratta di ciarlatani senza scrupoli i quali, pur di vendere, s’inventano di tutto. La mascherina sarebbe efficace (anche se non del tutto) solo nelle aree di stretto contagio e solo in luoghi particolarmente affollati, mentre in Italia non serve affatto, almeno per il momento. Eppure le mascherine (inutili) sono andate a ruba.

Tra l’altro l’uso non consapevole della mascherina provoca più danni che utilità, visto che all’interno si possono formare facilmente colonie di batteri a causa dell’umidità del respiro, specie se si tengono prive di protezione e a stretto contatto con altri oggetti potenzialmente vettori di batteri (cellulare, chiavi, borsa, ecc.).

bere la candeggina per curare il coronavirus

bere candeggina coronavirus

Questa l’ho scoperta da poco. A quanto pare negli USA si è diffusa questa notizia, dato che sulla confezione della candeggina c’è scritto che la candeggina distrugge il 99,9% dei batteri, allora qualche buontempone criminale avrà pensato che si può diffondere la news che funziona pure sull’essere umano. Sarei tentato di diffondere anch’io questa notizia, per velocizzare il processo di selezione naturale, ma poi penso che l’ignoranza non è una colpa.

Addirittura pure Zucherberg si è accorto che la notizia era troppo assurda e l’ha bloccata sui social (insieme ad altre).

Insomma, questo è quanto, almeno finora. Poi sicuramente ne usciranno altre di bufale sul coronavirus e si alimenterà ancora la psicosi collettiva, terreno fertile per guadagnare con vendite di prodotti o con banner pubblicitari.

L’unico modo per vaccinarsi (è il caso di dirlo) contro le bufale è il ragionamento logico-deduttivo: se non so una cosa, m’informo; prima di formarmi un parere, valuto ogni aspetto; se viene affermato un fatto, chiedo siano fornite le prove.

Dato che, mio malgrado, ho una formazione giuridica, da quel poco che ricordo di diritto, so che ogni volta che si afferma un fatto questo va provato e la regola generale vuole che si abbia l’inversione dell’onere della prova quando l’altra parte affermi un fatto contrario ad un fatto già provato.

Ora, in questo caso, se qualcuno afferma che il virus è stato creato in laboratorio o che serve per decimare la popolazione o che sia finalizzato a vendere vaccini o che ha prodotto più morti di quanti sono stati dichiarati dal Governo cinese, sono fatti, non opinioni e i fatti vanno provati. Dal mio canto non posso provare che il virus si sia diffuso dal contatto con gli animali, ma quantomeno mi affido alle fonti certe, alle dichiarazioni ufficiali, al ragionamento logico e ne faccio le mie deduzioni; poi, con l’evolversi della vicenda, potrò anche cambiare opinione, ma non il ragionamento logico, quello è l’unica bussola che ci serve per non perderci nell’oceano dell’informazione.

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