Spese sanitarie e pagamenti tracciabili

E’ passata un po’ in sordina la questione dei pagamenti tracciabili per le spese sanitarie, che parte quest’anno ai fini delle detrazioni fiscali nel 730 del prossimo anno.

In altre parole se vogliamo detrarre una certa spesa sanitaria dobbiamo sapere quale si può pagare ancora in contanti e quale, invece, richiede un pagamento tracciabile.

La materia è stata inserita nella Legge di Bilancio 2020, per cui occorre prestare attenzione, in fase di pagamento, al tipo di prodotto/servizio acquistato se non si vuole cadere nel rischio di non poter detrarre la relativa spesa.

Tuttavia con un emendamento al D.L. Milleproroghe (D.L. 162/2019) sono state fatte salve le spese in contanti effettuate dal 1 gennaio al 31 marzo 2020, dato che non tutti sapevano della misura, però va detto che la scarsa informazione sull’argomento, da parte dei media, potrebbe rischiare di far sbagliare milioni di contribuenti, poiché la proroga è piuttosto limitata.

Di seguito l’elenco del tipo di spesa e l’indicazione del tipo di pagamento ammesso. Ricordo che il tipo di pagamento influisce solo sulle detrazioni, non rende l’operazione illegittima in sé.

Spese sanitarie di prodotti

Per l’acquisto di prodotti di natura sanitaria (inclusi, purtroppo, i prodotti omeopatici, ma esclusi gli integratori) è possibile ancora usare il contante e detenere, ai fini della detrazione, la relativa ricevuta d’acquisto (scontrino, oggi non fiscale). Queste le spese sanitarie di prodotti per cui è ammesso il pagamento in contanti.

  • Medicinali da banco in farmacia, parafarmacia o supermercato (parafarmaci o integratori non sono detraibili);
  • Farmaci ad uso veterinario (ma la formulazione della norma è vaga e contraddittoria. Occorre richiedere maggiori informazioni in farmacia);
  • Dispositivi medici o medico diagnostici, in farmacia, parafarmacia, negozi specializzati di articoli sanitari, ottici, ecc. (a titolo esemplificativo: termometri, siringhe, occhiali, apparecchi acustici, apparecchi per misurare la pressione, test di gravidanza, cuscini ortopedici, mezzi di ausilio alla deambulazione, ecc.);
  • Alimenti destinati ai lattanti.

Eccezione

L’unica eccezione relativa all’acquisto di prodotti è per l’acquisto di alimenti a fini speciali di cui alla sezione A1 del Registro nazionale alimenti a fini medici speciali, senza glutine e formule per lattanti. Qui si può visionare l’elenco. Se l’alimento che acquisti di solito si trova su questa lista, sappi che per detrarne il relativo costo ai fini fiscali d’ora in poi dovrai pagarlo con un mezzo di pagamento tracciabile.

Spese sanitarie di servizi o prestazioni professionali

Nel campo dei servizi o delle prestazioni professionali vanno fatte alcune precisazioni in merito alle spese sanitarie. La norma stabilisce che in questi casi è necessario effettuare un pagamento tracciabile e conservare la relativa ricevuta (lo scontrino del POS o la contabile del bonifico, ad esempio), sempre ai fini della detrazione fiscale. Ma si precisa che le prestazioni/servizi, ai fini della norma, devono essere resi da strutture private o non convenzionate con il SSN.

Dunque in caso di servizio/prestazione resa da struttura pubblica o convenzionata, è ancora ammesso il pagamento in contanti per le spese sanitarie (anche per visite intramoenia).

Di seguito i servizi/prestazioni per cui è necessario il pagamento con mezzi tracciabili.

  • Servizi sanitari in farmacia (per esempio assistenza per l’uso di holter, ecg, monitoraggio pressione, ecc.);
  • Prestazioni mediche professionali (certificato sportivo rilasciato dal medico di base, vaccino effettuato dal pediatra, ecc.);
  • Prestazioni mediche professionali ex DM 29 marzo 2001, ossia fatte da: podologo, fisioterapista, logopedista, ortottista – assistente di oftalmologia; terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva; tecnico della riabilitazione psichiatrica; terapista occupazionale; educatore professionale; igienista dentale; dietista; tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro; assistente sanitario (nel link trovi l’elenco completo);
  • Prestazioni specialistiche e test di laboratorio (esami del sangue, TAC, ecografia, radiografia, risonanza magnetica, dialisi, ecc.);
  • Tutte le prestazioni relative al parto;
  • Prestazioni relative ad interventi chirurgici, anche ambulatoriali (incluso il trasporto);
  • Spese di degenza (incluse le cure termali);
  • Spese di crioconservazione e conservazione di cellule staminali.

Per concludere

La norma, come si evince facilmente, va nella direzione della limitazione dell’uso del contante e segue le recenti innovazioni in materia di fattura e scontrino elettronico nonché di obbligo all’uso del POS da parte di esercenti e professionisti. In linea di principio tale politica è corretta e scorretta allo stesso tempo. E’ corretta perché obbliga i professionisti (in questo caso quelli del settore privato nel campo sanitario) a dotarsi di mezzi di accettazione di pagamenti elettronici, che ovviamente sono propedeutici all’emissione di regolare fattura o ricevuta fiscale, con ciò contribuendo a debellare la piaga delle prestazioni in nero. Ma d’altro canto tale politica è scorretta in un sistema di pressione fiscale elevatissima, che contribuisce al fenomeno del mercato nero. In più le elevate commissioni bancarie legate all’uso dei POS ne disincentivano l’utilizzo.

Non so se questi provvedimenti saranno efficaci. In alcuni casi serviranno a far emergere il nero, ma nella maggioranza dei casi saranno ininfluenti, perché i fruitori si troveranno, per l’ennesima volta, dinanzi alla scelta: paghi in contanti e risparmi oppure paghi un 22% in più ora per avere un 19% di detrazione, in futuro?

Probabilmente il medico privato dirà qualcosa del genere al suo cliente e renderà inefficace, di fatto, l’obbligo di che trattasi. Ecco perché tali strumenti coercitivi, per essere validi, dovrebbero essere accompagnati da norme di giustizia ed equità sociale: ridurre la pressione fiscale o imporre alle banche la riduzione delle commissioni bancarie potrebbe essere un buon modo per convincere professionisti e fruitori che il pagamento con mezzi chiari è meglio del nero. O forse no. Sta di fatto che il bastone senza la carota serve a poco. E la storia ce l’ha insegnato. Più volte.

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