Un percorso molto semplice, adatto a qualsiasi livello di allenamento, tra Gallipoli e punta Pizzo, con la sua omonima torre, passando da spiagge e dal Parco Naturale Regionale Isola di Sant’Andrea e litorale di Punta Pizzo.

2 h 15 m A/R
11 km
T
5.02.2023

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Qualche consiglio di base? Leggi l’articolo!

La mappa del percorso  

Si parte per punta Pizzo

punta pizzo gallipoli

La partenza è dal grande parcheggio di Punta della suina, a Gallipoli. Qui ci immergeremo subito nei graziosi sentieri che passano dal parco Naturale Regionale Isola di Sant’Andrea e litorale di Punta Pizzo, per arrivare, in direzione baia verde, verso una graziosa scogliera.

Da qui si scende lungo la spiaggia e faremo praticamente un percorso che costeggia il mare, tra zone sassose e sabbiose, finché non avvisteremo una casamatta militare.

La casamatta

punta pizzo gallipoli

Costruite durante la seconda guerra mondiale, queste strutture d’avvistamento militari si ritrovano disseminate in tutta la Puglia, sia sull’Adriatico che sullo Jonio.

Servivano a rallentare gli sbarchi dei nemici in caso di avvistamento ed allertare il comando al fine di predisporre le truppe di terra.

Ogni casamatta era dotata di ampie feritoie per garantire una visuale a 360 gradi e molte di queste erano mimetizzate con l’ambiente circostante.

Va infatti detto che una delle tante operazioni degli alleati, durante il secondo conflitto mondiale, fu l’Operazione Slapstick, che prevedeva gli sbarchi britannici nel sud Italia, in particolare in Puglia, nel settembre del 1943. Furono individuate diverse zone di sbarco.

Alcune di queste erano fasulle, per diffondere false notizie tra i nemici.

Gli alleati scelsero i porti di Brindisi e Taranto, ma i tedeschi e i fascisti costruirono alla bene e meglio numerose casematte lungo tutta la costa, perché non sapevano esattamente dove fossero previsti gli sbarchi e per prevenire possibili sbarchi da altre zone, considerate strategiche. Tra queste c’erano Gallipoli, Otranto, Leuca, Porto Cesareo, Melendugno, ecc.

Dopo questa digressione bellica, proseguiamo sempre verso Sud, tenendo il mare sulla nostra destra, per arrivare nei pressi di Punta della suina.

Punta della suina

Qui ci fermiamo per godere del paesaggio. Secondo alcune riviste internazionali è una delle 40 spiagge più belle al mondo.

Diffido sempre dalle classifiche, ma di fatto è una spiaggia bella, che ti incita a tuffarti in mare.

Il mare è cristallino anche d’inverno e la scogliera, effettivamente, richiama la forma sinuosa di una maiala (non c’è da scandalizzarsi, il nome prende origine proprio dalla forma di una testa di maiale).

Da qui scendiamo, seguendo il sentiero del lido pizzo, per arrivare, dopo circa 2 km, a torre del Pizzo.

Torre del Pizzo

la torre è originaria della prima metà del 1500 ed è a forma circolare. Questo lascia presupporre che sia una delle prime torri che seguivano la moda del momento. Difatti fino ad allora le torri costiere del Salento avevano forma quadrata, come la torre dell’Alto di Nardò o la torre di Porto Cesareo.

Per buona parte del 1500 la torre fu contesa tra Gallipoli e Taviano. Non per averne il controllo. Al contrario. Nessuno dei due la voleva.

La torre, difatti, si trova nel territorio di Gallipoli, ma è molto vicina a Taviano. Ognuna di queste due amministrazioni ne reclamavano il diritto dell’altra, per non dover pagare i compensi alle guardie che gestivano la torre.

E così, dopo una disputa durata decenni, Gallipoli dovette sorbirsi l’onere di pagare il dovuto alle guardie della torre, dopo che, per un breve periodo di tempo, se ne occupò l’amministrazione di Taviano.

Che però si lamentava.

Sia perché non era di sua competenza, che perché aveva meno risorse della più ricca Gallipoli.

Durante l’epoca borbonica fu utilizzata dai militari spagnoli come base logistica, per poi essere abbandonata con l’avvento del regno d’Italia. Da allora non venne più utilizzata e, solo dopo un paio di secoli, fu ceduta a privati, che attualmente la tengono chiusa e non fruibile al pubblico.

Da qui arriviamo a punta pizzo e, seguendo il sentiero, scendiamo verso la strada bianca di Lido Pizzo. La seguiamo tutta e arriveremo, dopo pochi km, al punto di partenza.

Conclusioni

Come dicevo, si tratta di un trekking molto semplice, alla portata di chiunque. Si cammina in piano, senza scossoni, salite e senza percorsi particolarmente tecnici. E’ un tracciato intuitivo e, sebbene non segnalato, non c’è rischio di perdersi.

A parte qualche percorso nel boschetto, all’ombra, il grosso si fa sotto al sole, tenendo il mare come riferimento. Quindi è consigliabile farlo in qualsiasi periodo dell’anno, eccetto che in estate.

Purtroppo il clima sempre più rovente delle estati nel Sud Italia non ci consente di fare lunghe camminate sotto al sole. Ma durante le altre stagioni è piacevole e ci permette di camminare in tranquillità.

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