Il Monte Stivo è, per definizione, il monte dei roveretani. C’è chi ci fa la passeggiata domenicale e tanta gente ci sale in serata, giusto per cenare in rifugio e poi, in notturna, scende con i frontalini, con cani al seguito. Anche in inverno, anche sulla neve. Difatti l’ascensione per lo Stivo è faticosa, ma per nulla complessa. In poco più di due ore si sale e in meno di due ore si scende, da Passo Santa Barbara. Da qui, nelle giornate terse, si vede tutto, dal Garda alla Vallagarina e alle Dolomiti del Brenta.

5 h A/R
12,5 km
Dislivello max 885 mt
E
6.1.2024

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Qualche consiglio di base? Leggi l’articolo!

La mappa del percorso

Si parte da Passo Santa Barbara

E’ la befana e da qualche giorno ha nevicato in abbondanza. Mentre a valle regnava nei giorni precedenti una pioggerellina fastidiosa. Quale migliore occasione per salire sullo Stivo e salutare Alberto?

Così ci dirigiamo verso Passo Santa Barbara, per salire sullo Stivo in modo facile e veloce attraverso il sentiero 608 bis (Segnavia SAT O608B) e, dalla località Le Prese (1477 mt), attraverso il sentiero 608 (Segnavia SAT O608).

Difatti Passo Santa Barbara, situato nel territorio del comune di Arco, è il punto di partenza più veloce per l’ascensione verso il Monte Stivo.

Volendo si può partire da Rovereto città e passare dall’abitato di Patone, dal Monte Somator e da passo Bordala, ma così ci vuole più tempo (e più gambe).

Si parte dai 1161 metri per arrivare a 2054 metri.

L’inizio del percorso è su asfalto, ma solo per poco. Il sentiero diventa ben presto sterrato e, quando l’ho fatto, agli esordi del 2024, ho trovato un bel po’ di neve e ghiaccio.

Quindi ho dovuto usare i ramponcini. Ma, onestamente, se hai un buon paio di scaroponi da montagna, puoi anche farne a meno, quantomeno quando la neve è fresca e non ci sono molti tratti ghiacciati.

Difatti mentre salivo vedevo gente che scendeva senza ramponi. A fatica, ma ce la faceva. 

Località Le Prese

Ben presto, dopo poco più di un’ora di cammino, arriviamo alla località Le Prese, da dove iniziamo a scorgere le malghe sottostanti il rifugio, tra cui la più grande, Malga Stivo. Difatti scopriamo che questa è zona di alpeggio estivo e, voltandoci indietro, scorgiamo uno scorcio del lago di Garda, oggi avvolto dalla nebbia.

Rovereto si vede abbastanza da vicino.

Superate le malghe, con salita ripida, incrociamo i cartelli che ci preannunciano che la fatica è ormai quasi superata.

Difatti il rifugio si fa sempre più vicino.

Il Rifugio Prospero Marchetti

Siamo a quota 2050 mt circa. Sono le 14.00 e il rifugio è nel pieno della sua attività. Fuori fa freschetto, ma dentro si sta meglio, ed è pieno zeppo di gente. Ne approfitto per una birretta prima di fare giusto 5 minuti per salire in cima, attraverso il sentiero 617B. Ma ci sta un altro sentiero per salire in vetta, che si prende tenendo il rifugio alla propria destra e che incrocia il sentiero 617 a scendere per la Madonnina.

Siamo in cima

La vista è incantevole. Le Dolomiti del Brenta ricoperte di neve sono meravigliose.

In lontananza si vede il Cornetto del Bondone ed il percorso della traversata del Bondone.

Scendiamo di nuovo al rifugio e ci intratteniamo a fare due chiacchiere con Alberto, il simpatico gestore del Rifugio Stivo. Scopriamo, dai suoi racconti, che d’inverno è sempre aperto, durante il fine settimana e che apre il venerdì per chiudere la domenica, intorno alle 15.00, giusto in tempo per tornare a valle con un po’ di luce.

Ogni weekend si porta la merce deperibile a spalle, dopo aver lasciato il pickup nel primo parcheggio disponibile, a circa 1 ora e mezza dal rifugio. Mentre i prodotti non deperibili se li fa portare in elicottero, 3 o 4 volte l’anno.

Una vita difficile, ma scorgo nel suo sguardo un senso di gioia e soddisfazione per il lavoro che fa.

E sarà anche per questo che il suo rifugio è sempre aperto e attivo. E pieno di gente.

Mangiamo qualcosa in rifugio (il gulash è buonissimo!), annaffiato da una birrozza e, dopo un attimo di relax ad osservare il panorama, scendiamo dallo stesso sentiero fatto all’andata. In poco meno di due ore saremo a Passo Santa Barbara.

Scendendo verso Rovereto possiamo fermarci in Val di Gresta, il primo distretto biologico del Trentino. Questa è l’unica valle (che io sappia) dove si producono frutta e verdura con metodi biologici e, come visto qui, purtroppo in molte zone del Trentino le coltivazioni intensive generano frutta non proprio sana. Da Passo Santa Barbara al Consorzio ortofrutticolo della Val di Gresta arriviamo in appena 4 minuti d’auto.

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