Il percorso per salire al castello di Greifenstein è piacevolissimo ed immerso nel verde. Si sale in poco più di un’ora e mezza, partendo da tenuta Kornell (ma ci sono altri punti di accesso). Il castello è ormai un rudere, ma messo in sicurezza. Su questo castello, nato sfortunato, campeggia una simpatica leggenda che ha a che fare con un maiale arrosto.
3 h A/R | |
6 km | |
Dislivello max 494 mt | |
E | |
8.6.2024 | |
La mappa del percorso
Antefatto
Sono arrivato a Bolzano in bici, partendo da Trento, per fare una due giorni alla scoperta dei castelli intorno alla città. Ma per ragioni di tempo (e di stanchezza), ne ho visti solo due: questo e il castel Firmiano, che ospita il Museo Messner.
Ciò perché, appena arrivato in campeggio, mi hanno consegnato una tessera, la Bolzano card, che ti permette, durante il soggiorno, di accedere gratis a tutti i musei della città (oltre ad usare gratis il trasporto pubblico locale, ma ero in bici e non ne ho approfittato).
E così ho cambiato leggermente programma e mi sono fiondato a vedere il museo archeologico, che ospita il famoso Ötzi.
Di questo e del museo Messner ne parlerò meglio in articoli appositi.
Partenza da un luogo ameno
Parto in bici, la mattina, verso la tenuta Kornell, dove lascio la bici e inizio il sentiero.
Il luogo è molto ameno. E’ una proprietà privata, ma i cancelli sono aperti.
Difatti la tenuta offre ospitalità, un ristorante e una cantina, con i vini più prestigiosi della zona.
Da qui parte uno degli imbocchi del sentiero verso il castello di Greifenstein (un altro parte un po’ più in giù, da via Merano).
Dopo una leggera salita incontro già una fontanella, con dell’acqua freschissima e una panchina, dove sosto per un po’.
Del resto ho sulle gambe ancora i 70 km fatti il giorno prima in bici e non sono al massimo delle forze. Ma questo sentiero sarà rigenerante.
Difatti riprendo a camminare e farò praticamente tutto bosco, su un sentiero largo, comodo e con poche salite.
Incontro pochissima gente e mi imbatto in diversi scoiattoli.
La zona è amena e ti invoglia a camminare.
Dopo poco più di 3 km incontro una piana, dove sono stati collocati dei pannelli informativi sul castello di Greifenstein.
Qui incontro un bivio.
Salendo lungo lo stradone si arriva ad un cantiere, mentre bisogna fare il sentiero stretto ed in salita, ben indicato dalla segnaletica, che ce lo ritroveremo sulla nostra destra.
Qui si fatica un po’
Qui si sale un po’, ma per poco.
Il sentiero diventa un po’ più ostico e sassoso, ma è fattibile.
Ad un certo punto troviamo anche un breve tratto attrezzato, perché il sentiero diventa esposto, ma è largo a sufficienza per camminarci senza ulteriori ausili, se non i bastoncini.
Arriviamo al castello di Greifenstein
Salita la scala in ferro ci imbattiamo subito nell’arco di accesso al castello.
In tutto il castello sono stati realizzati camminamenti e scale per consentire di muoversi tra le rovine di un castello che risale quantomeno al 1100.
Non ha avuto una storia felice.
Fu distrutto nel 1275 e ricostruito solo più di 50 anni dopo. Nemmeno dopo 20 anni dalla ricostruzione, venne distrutto da un incendio. 20 anni dopo fu ricostruito, ma subì a lungo diversi assedi.
Una curiosità sul castello di Greifenstein
Uno di questi assedi fu quello del 1423, ad opera di Federico IV d’Asburgo.
Le sue truppe assediarono il castello per mesi e i soldati all’interno ressero l’assedio.
L’idea di Federico era di portarli alla fame.
Le sue truppe erano ben rifornite, mentre le truppe nel castello, prima o poi, il cibo l’avrebbero finito.
Un giorno i soldati assediati decisero di buttare giù dalle mura un maiale arrosto, per far capire alle truppe del Federico d’Asburgo che di portarli alla fame non era proprio cosa.
Subito le truppe si ritirarono, capendo che quelli avevano ancora cibo in abbondanza.
Ma si scoprì solo più tardi che quel maialino era l’ultima fonte di cibo del castello.
Questa è solo una leggenda, che spiega perché la gente del posto chiamasse il castello Sauschloss, cioè castello del porco.
Le rovine del Greifenstein
Il castello, insomma, nasce e muore sfortunato.
Dopo l’assedio il castello fu ceduto più volte ai nobili del luogo.
Le fonti storiche riferiscono che fu prima amministrato da Matthias Göller e, poi, nel 1458 da Jörg e Wilhelm Schenk von Liebenaich.
Tra varie dispute di confine e screzi vari, il castello passò di mano più volte, finché nel 1530 il re Ferdinando I permise a Niklaus von Trautmannsdorf di riscattare gli 8.400 fiorini in pegno più 600 fiorini investiti a Greifenstein per i costi di costruzione e di impossessarsi del pegno.
Anni dopo il pegno passò ai figli, ma, forse per disinteresse, lasciarono il castello alla sua sorte.
Difatti è accertato che dal 1600 il castello cadde in disuso ed inizierà il suo lento declino, fino a diventare un rudere ai giorni nostri.
C’è stato un tentativo di ristrutturare il castello e ci sono stati, nei decenni passati, diversi scavi archeologici in zona. Ma, attualmente, il castello è stato messo in sicurezza ed è reso fruibile da diverse scale e camminamenti che permettono di poterlo visitare in tranquillità.
Da qui è possibile vedere la vallata dell’Adige, con le sue innumerevoli vigne e, in lontananza, le Alpi del Gruppo Ortles-Cevedale, che fanno parte del grande gruppo montuoso delle Alpi Retiche meridionali.
Finita la visita al castello, scenderemo dallo stesso sentiero dell’andata. In poco più di un’ora saremo a valle.