Il monte Altissimo lo chiamano così, ma sono appena 2060 metri. E’ considerato il Giardino botanico d’Europa, per via di un clima tra il mediterraneo e l’alpino. Partiamo da Festa di Brentonico e faremo boschi, radure, malghe, rifugi e uno scenario sassoso quasi lunare per arrivare a godere di una vista privilegiata sul Lago di Garda.

5 h 40 m A/R
18 km
Dislivello max 1180 mt
E
4.8.2024

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Qualche consiglio di base? Leggi l’articolo!

La mappa del percorso

Introduzione

La salita verso il monte Altissimo di Nago è uno dei trekking più celebri del Trentino, per diverse ragioni.

La prima, banalmente, è che da qui si gode di una vista prestigiosa sul lago di Garda e, nelle giornate più terse, si vedono benissimo anche punta san Vigilio, l’isola del Garda e Sirmione (41 km in linea d’aria!).

La seconda è che il complesso del monte Baldo, di cui l’Altissimo fa parte, è considerato il giardino botanico d’Europa, a motivo del fatto che il mix tra ambiente alpino e microclima mediterraneo tipico del lago di Garda contribuiscono alla proliferazione di un’ampia varietà di fiori, specie vegetali e persino di farfalle, tanto che, sin dal 1500, si è sviluppata una particolare attenzione, in questa zona, da parte di numerosi botanici di tutta Europa.

Inoltre è un monte facilmente raggiungibile da diversi sentieri, alcuni più facili, altri più impegnativi.

Tutto ciò contribuisce ad una massiccia presenza di visitatori, specie nelle belle stagioni.  

Come arrivare al Monte Altissimo di Nago

Come dicevo, svariati sono i punti di accesso per un trekking sull’Altissimo.

Si può arrivare, per esempio, in auto al Rifugio Graziani e da lì, in un’oretta (circa 3 km e mezzo) si arriva in cima.

Si può partire da Malcesine e arrivare con la funivia a Bocca di Navene (1700 mt) e da lì si arriva, con appena 300 metri di dislivello, alla vetta dell’Altissimo. E’ lunga, ma poco faticosa.

Oppure si può partire da San Valentino e percorrere il sentiero delle vipere (sentiero 650, lo stesso che faremo noi, ma dall’altro lato), per poi salire al rifugio Graziani e da lì il sentiero 633 fino alla cima dell’Altissimo.  

Andiamo sull’Altissimo da Festa di Brentonico

Noi, invece, siccome ci piace faticà, faremo uno di quelli più difficili e lunghi.

Arriviamo a Brentonico e da lì, in paese, seguiamo le indicazioni per Festa di Brentonico (quota 880 mt), che altro non è che un agglomerato di aziende agricole.

Siccome google maps non riconosce la località, seguiamo pure le indicazioni per Azienda Agricola Passerini Paolo, una delle tante.

Qui troveremo ampio spazio per la sosta dell’auto.  

L’acqua ci sta?

A differenza di altri sentieri che ho fatto in Trentino, non troveremo fontanelle dell’acqua, né lungo il percorso né sul monte.

Qui a Festa ne troviamo una, davanti alle panche. Non è fresca e nemmeno molto buona, ma quando altro non hai…

Anche a Brentonico ho trovato una fontanella, su un incrocio per salire a Festa. Idem, stessa freschezza, stessa qualità.

Lasciata l’auto, troveremo subito un segnale che ci porta verso l’Altissimo. Ignoriamolo perché è quello che fanno le bici.   

Noi andremo verso le case, dove troviamo altri segnali che ci portano verso il bosco. La strada sale subito ripida lungo il bosco, su terreno sassoso e sentieri abbastanza larghi.

Qui iniziano subito i bivi, che ci accompagneranno a lungo.

Noi seguiremo sempre il sentiero 650 (segnavia SAT O650) e non ci perderemo.

sentiero monte Altissimo da Festa di Brentonico  sentiero monte Altissimo da Festa di Brentonicosentiero monte Altissimo da Festa di Brentonico

La salita, come dicevo, è bella ripida e senza soste. Ogni tanto incontriamo un falsopiano, giusto per riprendere fiato, ma poi si sale ancora. Del resto faremo una salita costante, che ci porterà dagli 880 metri di Festa di Brentonico ai 2059 metri dell’Altissimo.

Passiamo dai Campei (Malga e Rifugio)

Usciti dal bosco incontriamo altri segnali che ci indicano che siamo arrivati a Malga Campei di sotto (1306 mt).  

sentiero monte Altissimo da Festa di Brentonico - Malga Campei di sotto 

Da qui al Rifugio Malga Campei (1470 mt) faremo tutta prateria, passando per gli ampi allevamenti di mucche, delimitati da paletti.

Quindi il percorso è abbastanza intuitivo.

Arriviamo così al Rifugio Malga Campei, dove troveremo, specie nei fine settimana, molta gente che sosta, attratti dal curatissimo prato verde e dai profumi che vengono dalla cucina.

Rifugio Malga Campei 

Da qui si sale di poco seguendo due sentieri, quello a sinistra sale subito e porta in direzione bocca paltrane, mentre noi faremo quello classico, che va diritto, verso il boschetto.

Entriamo quindi di nuovo nel bosco, con una non troppo ripida ma costante salita, su terreno sassoso e su terra battuta.

Qui, dopo un po’, di nuovo il bosco cede il passo alla radura e procederemo praticamente sotto al sole fino alla meta.

Lo scenario si fa, ora, completamente diverso.

Costeggiamo ampie radure, caratterizzate da zone molto sassose con massi affioranti e passeremo tra grandi pascoli, usati come allevamento di vacche e pecore. Infatti salendo incontreremo la roulotte in uso ai pastori.  

Qui la traccia potrebbe perdersi un po’, perché il sentiero è poco visibile e la segnaletica scarsa, per la mancanza di alberi.

Teniamo come riferimento il casolare crollato  

sentiero monte Altissimo da Festa di Brentonico 

e passiamo attraverso un crepaccio fatto di massi affioranti.

sentiero monte Altissimo da Festa di Brentonico

Arrivati alla roulotte, troveremo la segnaletica con le indicazioni per l’Altissimo.  

Saliamo ancora e, sulla destra, si apre un pregevole scorcio sulla sponda trentina del Garda.

sentiero monte Altissimo da Festa di Brentonico

Se ci giriamo indietro vedremo nitidamente il monte Stivo.

Monte Stivo

Guardando di fronte, vedremo l’Altissimo, che riconosciamo per quelle due orrende strutture che sembrano impianti pubblicitari.

Ora la traccia si fa più evidente ed è chiaramente visibile fino alla cima.  

sentiero monte Altissimo da Festa di Brentonico

Siamo quasi sul Monte Altissimo

D’ora in poi il percorso dominante sarà sassoso e ciottoloso (oggi si dice tecnico) ed è tutto in salita.

ultima salita monte Altissimo

Da quando son partito ad ora non ho trovato nemmeno una panchina. Quindi per riposarsi un po’ troveremo numerose rocce, alcune all’ombra.

Scarpinando in salita sul fondo sassoso si arriva in mezz’ora al rifugio del monte Altissimo “Damiano Chiesa” (2059 mt), dove rifocillarsi dopo questa lunga e faticosa salita.  

Rifugio Damiano Chiesa Monte Altissimo Rifugio Damiano Chiesa Monte Altissimo

Qui c’è ampia scelta.

Si può andare verso il Garda e godere del paesaggio. Da qui si vedono benissimo Torbole, Riva, Limone, il lago di Ledro (che si trova in alto, sul lato ovest del Garda) e, in basso, Malcesine.

vista sul lago di Garda dal monte Altissimo vista sul lago di Garda dal monte Altissimo vista sul lago di Garda dal monte Altissimo  vista sul lago di Garda dal monte Altissimo

In lontananza si intravede il pizzo di Sirmione, Bassanega, Campione, ecc.

vista sul lago di Garda dal monte Altissimo

Salendo di qualche minuto arriviamo alla cappella, all’osservatorio (dove ci sono le solite targhette che indicano i monti, le catene e i loro nomi) e alle trincee della grande guerra.  

Cima del monte Altissimo Cima del monte Altissimo Cima del monte Altissimo 

Il monte è caratterizzato da diversi inghiottitoi carsici.

Da qui possiamo fare un giretto sull’ampia strada bianca e arrivare sul retro del rifugio, per poi scendere dallo stesso percorso fatto all’andata.  

Considerazioni finali

Il monte Altissimo non m’ha entusiasmato più di tanto.

Il paesaggio è decisamente gradevole, la vista sul lago di Garda è magnifica e d’estate è un tripudio di vegetazione, ma la massiccia presenza di gente schiamazzante lo rende troppo turistico per i miei gusti.

Di buono c’è che il sentiero che ho fatto è molto poco frequentato (ho trovato pochi camminatori, quasi tutti tedeschi e diversi scout), proprio perché la cima si raggiunge facilmente a piedi dal rifugio Graziani, in un’oretta.

Da Festa invece ce ne vogliono 3 in salita e altrettante a scendere.

La cosa più bella è stata il percorso anziché la meta.

Passeggiare nei boschi, sentendo solo il cinguettio degli uccelli e il vento che accarezza le fronde degli alberi è un’esperienza appagante e rilassante. In più il bosco raffresca l’aria e non senti la fatica nel camminare sotto al sole.

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