Il sentiero Sardagna Vaneze è uno dei più quieti, pacifici e piacevoli sentieri fatti in Trentino. L’ho fatto così tante volte da averlo imparato a memoria. Ed è poco trafficato. Ma c’è chi lo fa tutti i giorni per andare e venire dal lavoro.

3 h A/R
10 km
Dislivello max 693 mt
E
11.11.2023

Download GPX Sardagna - Vaneze

Qualche consiglio di base? Leggi l’articolo!

La mappa del percorso

Il Bondone è bello!

Ammetto che per un certo periodo sono stato in fissa con il Bondone, tant’è che quei sentieri li ho consumati a furia di percorrerli in lungo e in largo.

In particolare, quando avevo qualche ritaglio di tempo, mi piaceva salire a Sardagna e, da lì, camminare ora per il sentiero dei castagni, ora verso Candriai, ora verso Sopramonte.

In questa zona i sentieri si sprecano e siccome è considerata una montagna minore dagli escursionisti fighetti che cercano gli scenari più instagrammabili, è sempre poco trafficata. Quindi ancora più piacevole.

I sentieri del Bondone (cartello a Vaneze)

Poi qui è facile imbattersi in camosci, scoiattoli, persino qualche cervo.

Quindi è una montagna che apprezzo particolarmente.

Facciamo l’esperienza della funivia

Funivia Trento Sardagna

Il percorso che vi propongo oggi è leggermente più facile rispetto ad altri che ho condiviso su questo blog, perché ci evita di fare la lunga salita da Trento città a Sardagna.

E poi proveremo l’emozione di salirci in funivia.

Funivia Trento Sardagna

Dunque siamo a Trento e non resta che recarci, da Piazza Dante, in direzione del Ponte di San Lorenzo e lì troveremo la nostra funivia, proprio sopra all’omonimo bar.

Un caffè prima di partire e si sale.

In poco più di 4 minuti saremo a Sardagna, nella zona denominata Busa dei orsi.

La Busa dei orsi

Si chiama così perché fino a pochi decenni fa a Sardagna ci si andava per la gitarella fuori porta, per la Pasquetta o per la passeggiata domenicale.

Insomma, era la meta canonica della gente per staccare dalla città, senza allontanarsi troppo. Qualcuno decise di rendere Sardagna turisticamente più attrattiva, mettendo un orso in una sorta di fossa, una busa insomma, una buca.

Del resto quello era un decennio – gli anni Ottanta – in cui la sensibilità verso i diritti degli animali era ancora ai primordi. Erano gli anni in cui nessuno si sarebbe sognato di contestare i circhi o gli zoo, in cui c’erano animali esotici che soffrivano fuori dal loro habitat e, soprattutto, in cattività (che non a caso si chiama così) e nessuno diceva nulla. Anzi, era un’attrazione molto in voga, in ogni parte d’Italia.

Con l’accentuarsi della sensibilità collettiva nei confronti dei diritti degli animali, ben presto l’orso fu liberato (negli anni Novanta), ma da allora quella terrazza panoramica sulla città ha continuato a portare quel nome.

Nel 2012 il Comune di Trento, nell’ottica di valorizzare Sardagna, decise di costruirci una sorta di anfiteatro fatto con grate in ferro, dove sedersi per ammirare il paesaggio. Ed è quello oggi denominato terrazza panoramica sulla città.

Busa dei orsi Sardagna

Si scende verso il paese

Una ripida discesa sul marciapiede ci porta verso il piccolo centro abitato di Sardagna, passando dalla piccola cappella di San Rocco (da cui parte il sentiero per Trento, nel caso al ritorno volessimo farcela a piedi).

Qui a Sardagna c’è lo stretto necessario: un supermercato, una piccola banca e l’osteria San Rocco, un ottimo posto dove si mangia bene e si beve meglio.

Ma soprattutto c’è una fontana con dell’acqua abbastanza fresca, dove fare rifornimento.

Con la fontana alle spalle faremo la strada asfaltata chiamata via alla Ca, dove troviamo già i segnali che ci indicano il percorso.

Noi faremo il sentiero 645 (segnavia SAT O645) chiamato anche via direttissima, che ci porterà diritti verso Vaneze.

Si entra nel bosco

Dopo pochi minuti in leggera salita su una strada asfaltata ma sempre molto quieta arriviamo nel bosco, dove incontreremo altri segnali.

sentiero Sardagna Vaneze

sentiero Sardagna Vaneze

Noi seguiremo sempre il sentiero 645. Gli altri ci portano verso la via dei castagni, una meravigliosa zona ricca di castagneti, molti dei quali, però, sono regolati da usi civici. Questo significa che la raccolta delle castagne è consentita solo a chi ne ha titolo. Solo in poche zone (segnalate) la raccolta libera è consentita.

In un bosco ricco di abeti e sempre all’ombra, percorreremo sentieri prevalentemente in terra battuta.

sentiero Sardagna Vaneze sentiero Sardagna Vaneze sentiero Sardagna Vaneze

Il percorso l’ho fatto in inverno e l’erba era bassa, ma occhio a farlo d’estate, con l’erba più alta, per via della presenza delle zecche. Per approfondire, leggi l’articolo sui consigli per fare trekking.

La croce dedicata a Giulio Segata

sentiero Sardagna Vaneze

Ben presto usciremo dal bosco e ci troveremo sulla SP 85, all’altezza di una curva a gomito. Qui è stata collocata una grande croce calcarea dedicata a Giulio Segata, un giovane deceduto, nei primi anni venti del Novecento, proprio in questa zona, mentre tornava da Vaneze verso casa.

Ora le cose si complicano un pochetto. Le indicazioni ci riportano nel bosco, in salita, dove però non troveremo dei segnali. Occorre andare ad intuito e salire.

Salendo troveremo subito due sentieri, uno più largo e uno più stretto. E’ indifferente quale prendere, ci porteranno entrambi sul tracciato 645 dove troveremo di nuovo la segnaletica.

Non ci vorrà molto prima di entrare nell’abitato di Vaneze.

Un cartello, poco prima di entrare in paese, ci dice simpaticamente che manca poco ormai.

sentiero Sardagna Vaneze

Siamo a Vaneze

Vaneze è un piccolo centro di montagna abitato, forse, da una cinquantina di persone al massimo.

Al mio arrivo appare quasi desolato, anche se è un graziosissimo paese che regala viste meravigliose sulle Alpi orientali.

Vaneze

Ha una chiesetta molto caratteristica dedicata alla Madonna della Neve (oggi in ristrutturazione) e qui partono (o arrivano) alcune piste da sci, sia per adulti che per bambini.

Vaneze Vaneze  Vaneze  Vaneze

Leggo un vecchio articolo del 2012 che parla del degrado e dell’abbandono di questo grazioso paesino mentre, seduto su una panchina, mi chiedo dove andare a prendere un caffè.

In effetti è tutto chiuso e ciò che l’articolo, più di 10 anni fa, raccontava di Vaneze pare essere attuale ancora oggi.

Tuttavia trovo un bar aperto. Il caffè mi costa 2 euro.

Vedo cinque sciatori che stanno mangiando qualcosa qui. Del resto – penso – non è ancora iniziata la stagione sciistica, ma ci tornerò regolarmente anche verso dicembre e gennaio e sarà uguale a oggi.

Troverò molti più sciatori. Ma sono quelli che scendono da Vason e poi risalgono con l’orrenda telecabina, che fu considerata avveniristica, ma che in realtà è un pugno nell’occhio della bellezza di quei luoghi.

Vaneze

Con sentimenti contrastanti, torno giù.

Si torna a Sardagna

sentiero Sardagna Vaneze 

Rifaccio esattamente il percorso dell’andata, sia perché è bello, quieto e piacevolissimo, sia perché per fare un giro ad anello devo allungare di molto.

sentiero Sardagna Vaneze

Potrei fare il sentiero Trento Nostra, che passa da Candriai. Ma poi lì bisogna fare un bel tratto di strada asfaltata, oppure tornare verso il sentiero per Sardagna, allungando di molto anche in questo caso.

sentiero Sardagna Vaneze

Torno alla croce e, questa volta, imbrocco il sentiero giusto. La strada in discesa, come già sappiamo, non è mai più veloce di quella in salita. Per preservare le ginocchia occorre camminare più lentamente.

C’è chi, su questi sentieri, pratica il trail running, cioè la corsa alpinistica, ma non è cosa per me.

E poi vuoi mettere? Camminare lentamente in questi luoghi ti riconnette alla Natura e ti fa vedere le cose da un punto di vista diverso.

Se corri, non le vedi né le senti.

Come diceva Franco Cassano, nel suo Pensiero Meridiano, la velocità è anticerimoniale, considera i luoghi come contorno, oggetti superflui senza significato.

La velocità è come una linea retta, la distanza più breve tra due luoghi e due persone: ci spinge a considerare inutili e noiose tutte le strade che conoscono la salita, le curve e la sosta, il mutare delle prospettive.

con questi pensieri in testa procedo lentamente verso Sardagna, godendo di ciò che quest’ambiente offre.

Di tanto in tanto sento il suono ritmato del becco del picchio sui tronchi, lo stridare dell’aquila reale, gli scoiattoli che fuggono rapidi sui tronchi al mio passaggio, il suono delle foglie secche sotto le suole delle scarpe, il vento che dondola le foglie e produce una melodia armonica. Il silenzio che, tutto ciò, produce. Un silenzio che ti parla.

Ad un certo punto, mentre sono assorto in questa quiete dello spirito, sento un rumore dietro di me. E’ una donna che cammina con passo spedito e sicuro. Ci fermiamo a chiacchierare e scopro che abita a Sardagna ma lavora a Vaneze e tutti i giorni fa questo sentiero per andare a lavorare in un albergo. Tranne quando piove o fa troppo freddo, allora prende il bus. Ma di regola ci va a piedi.

Abbiam fatto 10 km

piazza Dante Trento

Siamo a Sardagna adesso. Saluto la donna e, mentre salgo, penso che una persona così è solo da stimare.

Abbiamo fatto circa 10 km. Ora non resta che fare l’ultimo sforzo. Superiamo la fontana, in piazza e facciamo quei cento metri che ci separano dalla funivia. E’ ormai buio e le luci di Trento regalano un ultimo sguardo dal terrazzo della città.

Si scende, rapidi, dalla funivia e siamo in città. Giusto due passi e arriviamo a Piazza Dante.

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2 Commenti

  1. Vanni Ferrari

    Dal 2010 al 2014 lavoravo in un hotel a Vaneze e abitavo a Sardagna e anche io andavo e venivo dal lavoro a piedi facendo questo sentiero. Mi hai sbloccato un ricordo bellissimo della mia vita!!! L’ho fatto tante volte anche di sera e anche sotto la pioggia!!!

    • ilbarbuto

      Ti dirò, quel sentiero l’ho consumato tante le volte che l’ho fatto e l’ho trovato sempre bellissimo e piacevole. Non ci sono parole per ringraziare i volontari della SAT che lo curano e lo rendono fruibile in ogni periodo dell’anno. Sono così innamorato di Sardagna che quasi volevo prender casa lì! Ma tu ci vivi ancora a Sardagna?

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