Chi viaggia regolarmente in autostrada avrà notato che sui cartelli informativi non è più presente, in molti tratti autostradali, l’avviso che quel tratto è soggetto al controllo della velocità media con sistema SICVe Tutor. Perché? Vediamolo insieme.
Da qualche giorno sui cartelli informativi presenti in autostrada non leggiamo più che quel tratto è soggetto al controllo della velocità media con sistema SICVe Tutor.
Spulciando in rete leggiamo che i Tutor sono stati spenti per via di numerosi lavori che interessano le autostrade d’Italia.
Leggiamo, su una delle tante testate online, che
A rivelarlo è stata la stessa Polizia Stradale al Corriere della Sera, spiegando che sulle suddette autostrade, gli agenti stanno comunque “svolgendo servizi di controllo della velocità istantanea attraverso apparecchiature di rilevazioni mobili”.
La stessa Polizia Stradale ha poi specificato che “una volta completati i lavori con la rimozione dei cantieri” sui tratti autostradali, “sarà possibili ripristinare i controlli della velocità media con il sistema Tutor”.
Ma è davvero così?
Questa cosa mi ha ricordato una vecchia intervista, di qualche anno fa, al presunto inventore del Tutor, che, durante l’intervista, lamentava di averlo inventato, brevettato, proposto ad Autostrade per l’Italia, ma poi, sostanzialmente, non l’hanno pagato ma l’hanno attivato su tutte le reti autostradali.
La vicenda
Romolo Donnini, amministratore della CRAFT srl ed inventore del sistema di rilevazione della velocità media, nel 1999 decide di brevettare il sistema. Aveva intuito, nei suoi lunghi viaggi autostradali, che il sistema della rilevazione istantanea della velocità non era efficace. Basta rallentare poco prima ed accelerare poco dopo averlo superato, creando più pericoli alla circolazione di quelli che l’autovelox, in teoria, dovrebbe evitare.
In più la rilevazione media è difficilmente contestabile in giudizio rispetto a quella istantanea e comunque dà all’automobilista un margine di tempo e di spazio per rientrare nel range.
E così, ottenuto il brevetto, tra il 2002 ed il 2003, propone la sua semplice ma efficace invenzione ad Autostrade per l’Italia.
La propone ad un prezzo equo: un milione e mezzo di euro. Considerando i proventi delle sanzioni che il Tutor avrebbe generato, il prezzo era davvero competitivo.
Ma Autostrade per l’Italia propone una cifra molto, molto più bassa e non se ne fa niente.
Poi la svolta
E’ nel mese di dicembre del 2005 quando Autostrade per l’Italia lancia il Tutor, una soluzione tecnologica che avrebbe ridotto di gran lunga l’incidentalità sulle nostre autostrade. E lo lancia in pompa magna, generando i primi dibattiti sui forum.
Difatti il sistema funziona. Nel giro di pochi anni si riduce sensibilmente la velocità media sulle nostre autostrade.
Chi viaggiava regolarmente in autostrada prima dell’introduzione del Tutor sa bene che le autostrade erano una bolgia infernale e che dovevi avere otto occhi, tra cui quattro fissi sullo specchietto retrovisore.
Non era infrequente infatti che, se tentavi un sorpasso, rischiavi di trovarti dietro un’auto che sfrecciava a 200 km/h e che non la vedevi nemmeno arrivare, con gravi rischi per la sicurezza.
Già nel 2012, quando il Tutor funzionava praticamente ovunque, viaggiare in autostrada era diventato molto più sicuro.
La causa infinita
Donnini, quando vede che il sistema SICVe Tutor è praticamente il suo, fa causa ad Autostrade per l’Italia. Dapprima il Tribunale e la Corte d’Appello romani respingono la domanda, dichiarando che i due sistemi operassero in modo distinto.
La Corte di Cassazione, però, la pensa diversamente e rimanda il fascicolo alla Corte d’Appello perché decidesse nuovamente.
Così, nel 2018 la Corte d’Appello di Roma, ritrattando la sua precedente statuizione, decide a favore di Donnini e condanna Autostrade per l’Italia al risarcimento del danno.
E’ in quel periodo che, per un breve lasso di tempo, i Tutor vengono spenti.
Poi vengono riaccesi, ma questa volta con una nuova tecnologia. Autostrade per l’Italia dice che hanno introdotto delle funzionalità che rendono diversi i due sistemi. Quello di Donnini, secondo loro è più primordiale di quello inventato da Autostrade per l’Italia.
Ma la Cassazione la pensa diversamente. Nel 2019, a seguito di una nuova causa intentata da Donnini, la Corte di Cassazione rimanda la decisione alla Corte d’Appello di Roma, precisando che il core dell’invenzione è, praticamente, lo stesso (rilevare la velocità media). A nulla servono gli orpelli ornamentali. Quello che conta è l’idea originaria, di base.
Ora, in fase cautelare, i Tutor sono stati disattivati, finché non si deciderà di nuovo nel merito di una causa che si preannuncia lunga e complessa. Ma circolano notizie fuorvianti che parlano di cantieri. In realtà è per questioni giudiziali.
Da come si sono svolti i fatti pare che la piccola azienda abbia ragione. Ma spetterà alla giustizia stabilirlo.
In tutto ciò restano però due dubbi: non era meglio pagare subito una piccola azienda che ha chiesto un prezzo equo invece di trascinare una causa per anni? Che succederà ora sulle autostrade? Si tornerà alla bolgia di una volta?
Quello che é sbagliato é il limite di velocità di per se ! Non c’é ragione di limitare di giorno in buone condizioni meteo la velocità a 130 km/h. In Germania non c’é e con un traffico molto superiore ed un clima molto peggiore si va a 180-200 km/h e non vi accadono più incidenti per km percorso (non incidenti totali che sono proporzionali al numero di auto) che nel resto d’Europa.
Sono solo posizioni ideologiche senza nessuna basa reale.
Di base sarei d’accordo con te. Infatti sono anni che si discute di elevare il limite a 150 km/h su alcuni tratti, con alcune caratteristiche. E non sarebbe sbagliato.
Paragonare l’Italia alla Germania è un azzardo, per diverse ragioni culturali. E poi non c’è molta differenza tra i due paesi a livello di tasso di incidentalità. In Germania è di 37 x milione di abitanti. In Italia di 53 x milione di abitanti, ma il grosso è relativo a strade statali e provinciali, dove i controlli sono inferiori. E la Germania, su questo tipo di strade, ha i nostri stessi limiti. Il Tutor ha reso le autostrade molto più sicure e, a differenza degli autovelox, è più equo.