Il sentiero degli dei, sulla costiera amalfitana, è noto come uno dei sentieri più belli al mondo e viene spesso descritto come un percorso nella natura più incontaminata. In realtà non sono certo che sia tra i più belli al mondo, perché bisognerebbe girare tutti i sentieri del mondo per poterlo affermare, ma posso assicurare che ogni passo corrisponde ad un sussulto di emozioni, per i paesaggi mozzafiato che regala. Eppoi qui la natura non è incontaminata, ma antropizzata, con equilibrio.
6 h A/R | |
13,6 km | |
T+E | |
29.01.2023 | |
La mappa del percorso
Introduzione
Il Sentiero degli Dei (da non confondere con la Via degli dei, che unisce Bologna a Firenze attraverso l’Appennino) collega Agerola (esattamente la frazione di Bomerano), un paesino ubicato in una conca dei Monti Lattari, a Nocelle, frazione di Positano, ai piedi del Monte Pertuso.
Il sentiero è piuttosto accessibile ai più ed è caratterizzato da un leggero dislivello (220 metri circa) e da un saliscendi su un percorso che costeggia la parete rocciosa lungo la dorsale dei Monti Lattari. Dunque durante quasi tutto il percorso ci troveremo con la parete rocciosa sulla destra e il mare sulla sinistra, che ci regalerà degli scorci mozzafiato.
Tuttavia, sebbene sia un percorso piuttosto semplice, non va preso sottogamba, perché è comunque un sentiero di montagna, caratterizzato da saliscendi dolci, ma in alcuni punti un po’ più impegnativi, che richiedono un sufficiente livello di allenamento e un minimo di attrezzatura. Anche perché faremo sentieri in terra battuta, ma anche su terreno sassoso (e sdrucciolevole) su alcuni tratti abbastanza esposti, quindi sconsigliato per chi soffre di vertigini o ha paura di scivolare.
Dunque occorrono un paio di buone scarpe da trekking e abiti comodi. I bastoncini sono utili ma non indispensabili.
Su alcuni tratti mi ricordava molto il sentiero delle cipolliane nel Salento, vuoi per i paesaggi marini, la presenza di ampie zone di macchia mediterranea, vuoi per la stessa sensazione di pace che ho provato in entrambe le occasioni.
Volendo, se ti senti di fare il percorso più tosto, c’è il sentiero alto che inizia sempre da Bomerano (Agerola) e termina a Santa Maria Del Castello. E’ più impegnativo, perché c’è una discreta salita, ma è anche meno scenografico rispetto al sentiero basso.
Quando si può fare il sentiero?
Il sentiero degli dei l’ho fatto l’ultima volta il 29 gennaio del 2023, quindi in pieno inverno. Era una bella giornata di sole, non particolarmente fredda, seppure un po’ ventosa. C’era un sacco di gente, da ogni parte del mondo (ho beccato diversi giapponesi, australiani ed americani, oltre a tanti italiani). Quindi, a parte le giornate piovose, il sentiero si può fare praticamente tutto l’anno.
Sconsiglio di farlo in piena estate. A parte alcuni tratti coperti dalla vegetazione, il grosso si fa sotto al sole, quindi occhio a farlo d’estate, nelle ore più calde.
L’acqua c’è?
Uno dei problemi di quando si intraprende un cammino è: quanta acqua mi porto appresso? E’ un peso considerevole sulle spalle e quindi occorre studiare il percorso per capire dove e come fare rifornimento. Io mi porto sempre dietro la fedele borraccia termica da 750 ml a cui ho aggiunto, di recente, una camel bag da 3 litri, che mi consente ampia autonomia, specie nei cammini più lunghi.
Qui non serve, basta la borraccia, perché a Bomerano troviamo le fontanelle, ne troveremo una (bellissima) a metà percorso e a Nocelle troveremo altre fontanelle (anche a Positano, se decidiamo di scendere).
Dove parcheggiare?
Il punto di partenza è da Bomerano. Ci sono arrivato in macchina e ho trovato spazio in uno dei due (ex) parcheggi liberi del paese (tra la SS 366, via Casalone e via Principe di Piemonte). Dato che spesso la gente ne abusava, lasciando la macchina o i camper lì anche per giorni, per visitare la costiera amalfitana (visto che a Positano, Amalfi, ecc. i parcheggi costano tanto), dalla primavera 2023 anche questi parcheggi sono diventati a strisce blu.
Attenzione perché si riempiono subito! Occorre arrivarci la mattina presto per trovare uno stallo libero. Il consiglio è, nel caso, di parcheggiare vicino al campo sportivo. Anche lì i parcheggi sono a pagamento, ma c’è più possibilità di trovare posto.
Partiamo!
Insomma, faremo il sentiero basso, come fan tutti!
Parcheggiando al campo sportivo basta seguire la SS 366 verso Bomerano. Giunti a Bomerano troveremo alcuni negozi di alimentari, caseifici e negozi di ortofrutta, nel caso volessimo rifornirci di beni di prima necessità per intraprendere il sentiero.
Nonostante avessi portato qualcosa da casa, un panino me lo son fatto, spinto dal profumo di pane che veniva da un alimentari e devo dire che il panino con mortadella e bufala era niente male!
Arrivati in via Pennino, a Bomerano, s’incontrano i primi segnali del CAI che ci conducono verso il sentiero degli dei. Seguiamoli e, senza grosse difficoltà, troveremo altri segnali che ci portano lungo il sentiero.
E’ sufficiente seguire la via sentiero degli dei per restare in traccia.
Ad ogni modo non c’è da preoccuparsi, perché il sentiero è ottimamente segnalato e comunque, come capita di sovente nei sentieri che costeggiano il mare, non c’è possibilità di perdersi, avendo il mare come punto di riferimento.
Ora inizia il bello
Quando arriveremo davanti a questa imponente scritta (dove la foto è ormai di rito), vuol dire che siamo arrivati ufficialmente all’inizio del sentiero degli dei!
Ora, gambe in spalla e iniziamo il percorso, che d’ora in avanti si farà bello!
Non passerà molto prima di incontrare i primi scorci del mare. Lì, in lontananza, c’è la marina di Praiano.
Si procede abbastanza agevolmente, in piano e su un terreno tutto sommato comodo, finché non si incontrano i primi terrazzamenti e allevamenti allo stato brado.
Inizialmente stupiti dell’avvistamento di maiali lasciati liberi, dopo abbiamo scoperto, lungo la via del ritorno, che questi sono di proprietà di un allevatore di Bomerano, che ogni giorno, con l’asinello, segue il percorso del sentiero degli dei, per assistere gli animali e per raccogliere la legna.
Difatti abbiamo notato, al ritorno, quando ormai era sera, che i maiali trovavano riparo in una delle grotte naturali ricavate nella roccia della montagna. Davvero suggestivo.
Infatti lungo il percorso non è difficile imbattersi in case coloniali ormai abbandonate, segno di un’antropizzazione della zona che l’ha utilizzata a fini agricoli e di allevamento. I terrazzamenti che vediamo all’inizio del percorso, infatti, segnano un’attività umana molto forte nella zona, che ha sfruttato ogni spazio per coltivazioni, poi abbandonate con il progressivo abbandono delle attività agricole.
Infatti storicamente questo sentiero è stato molto, molto utilizzato dalle popolazioni locali che usavano percorrerlo per andare agevolmente da Nocelle ad Agerola e rifornirsi di prodotti agricoli lungo il percorso. Poi, con la costruzione della strada costiera, ad opera dei Borboni, il sentiero è stato progressivamente abbandonato. Ma non è difficile incontrare persone del posto (anche giovani) che lo usano come scorciatoia per recarsi da Nocelle ad Agerola.
Gli scorci, lungo il percorso, diventano sempre più belli ed è difficile non fermarsi ogni cinque passi per fare una foto. Il sentiero degli dei, infatti, è bello per questo, perché ad ogni angolo c’è un paesaggio quasi struggente, che ti invoglia a fermarti a meditarlo.
Colle La Serra
Siamo arrivati ora a Colle La Serra, a 578 metri. Ora abbiamo due opzioni. O prendiamo il sentiero 327 o il sentiero 327a. La differenza è minima, perché il 327a sale un po’ ma si connette allo stesso sentiero del 327. Quindi, per comodità, seguiamo il 327, che poi è ufficialmente il sentiero degli dei.
Poco dopo incontreremo la fontana panoramica, una fonte di acqua (piuttosto) fresca che rappresenta una sosta obbligata, sia per fare rifornimento che per godere del paesaggio.
Anche questa è una classica posa da foto.
Qui il panorama diventa da mozzafiato (come anche le salite che ci aspettano).
Non è difficile, lungo il percorso, incontrare altri animali allevati allo stato brado. Esattamente come li abbiamo visti all’inizio del percorso.
Qui nei pressi, infatti, abbiamo incontrato un ragazzo che vive in una sorta di rifugio, che d’estate ospita turisti e nel resto dell’anno è usata come rifugio per le attività agricole e d’allevamento.
Ci siamo fermati a farci due chiacchiere e nei suoi racconti mi è parso di intravedere la stessa passione di chi, in montagna, sceglie la vita del rifugista, una vita dura, ma che regala un sacco di emozioni.
In effetti… godere ogni giorno di un paesaggio così è un privilegio.
Qui inizia una lenta salita. Nulla di ché, ma comunque un pochetto impegnativa.
Giusto un ultimo sguardo al mare e saliamo.
con la capra che ci indica la strada.
Arriviamo a Nocelle
Poco prima di arrivare a Nocelle incontriamo un chioschetto, che fa delle spremute da paura. Una tappa è d’obbligo, dopo una bella camminata. La giornata è ventosa, anche se non troppo fredda, ma una spremuta fresca ci rigenera.
Il chiosco offre molto di più, ma noi siamo sazi (il panino con mortazza e bufala mi ha nutrito finora!) e abbiamo intenzione di tornare indietro, sicché la visita è breve.
Giusto il tempo di riflettere se scendere o no a Positano, davanti ad una bella ceramica decorata.
1600 sono i gradini che devi fare per scendere da Nocelle a Positano.
Purtroppo è gennaio, le ore di luce son poche e il tempo a disposizione limitato. Con un po’ di dispiacere, decidiamo che non è cosa scendere a Positano, sicché scegliamo di tornare indietro, facendo lo stesso percorso a ritroso.
E così c’incamminiamo da dove siamo venuti.
Sulla via del ritorno
Al ritorno incontriamo particolari che, all’andata, non abbiamo notato.
Tipo un ricovero di animali di fortuna.
Dove vediamo anche altri animali.
Sulla via del ritorno il sentiero, già noto, è più facile, perché leggermente in discesa.
Ad un certo punto incontriamo lui, che ci segue da Nocelle a Bomerano. E’ bastata una carezza a convincerlo a seguirci.
Arrivato a Bomerano, quasi sembra salutarci, con lo sguardo triste. Giusto il tempo di un’ultima carezza e lo saluto a mia volta.
E’ qui che incontriamo il tizio che ha l’allevamento di maiali lungo il sentiero degli dei. Lo seguiamo per un po’, mentre lui trascina l’asino e, arrivato all’uscio di casa, ci invita a cena.
Ma noi, purtroppo, dobbiamo andare. E così lo salutiamo, con la promessa di ritrovarci di nuovo. E prima o poi succederà.
Considerazioni finali
Come dicevo all’inizio, non so se questo sia uno dei più belli al mondo, ma di certo è un sentiero struggente per la bellezza dei paesaggi e la quiete che si respira, nonostante sia molto frequentato dai camminatori di mezzo mondo. Inontre non aspettatevi un ambiente del tutto naturale, ma un ambiente antropizzato, dove la mano dell’uomo, in passato, ha saputo modellare l’ambiente rispettando il genius loci. Dai terrazzamenti agli allevamenti fatti con materiali di fortuna, fino alle case agricole abbandonate, ciò che risalta è un contesto antropico equilibrato, che non stona con il paesaggio.
In rete troviamo numerose informazioni, spesso contrastanti, sui tempi di percorrenza e sui punti di partenza e di arrivo. E’ un percorso, che si fa esclusivamente a piedi (non in bici). Quindi, di per sé, molto soggettivo sia nei tempi che nelle varianti. Noi abbiamo impiegato 6 ore tra andata e ritorno, pause escluse. L’unico dispiacere è di non essere scesi a Positano, ma se hai tempo, 1600 gradini è il giusto prezzo da pagare per una visita ad una delle marine più belle della costiera amalfitana.