La moda della sigaretta elettronica usa e getta è direttamente proporzionale all’aumento del dibattito sull’eccesso di produzione di rifiuti. Due son le cose: o siamo usciti matti oppure è tutta colpa del mercato e le istituzioni si muovono lentamente.

C’è qualquadra che non cosa, direbbe Luca Giurato.

Luca Giurato direbbe così se avesse una sigaretta elettronica usa e getta

Ho sempre avuto una certa difficoltà a trovare le parole quando mi si pone, di fronte, una questione talmente aberrante e grottesca da non sembrare vera. Razionalizzarla e spiegarla, quindi, appare la cosa più difficile al mondo.

Ma proviamoci lo stesso

l'abominio della sigaretta elettronica usa e getta

Siamo in una fase storica in cui ci rompono i coglioni con la storia che produciamo troppa immondizia. Che i mari sono pieni di plastiche o che l’Italia è fanalino di coda per la produzione e per lo scorretto smaltimento dei rifiuti.

Facendo una banale ricerca, leggo sul sito della RAI che

218 discariche abusive, disseminate in 18 regioni del Paese. E 16 di queste raccolgono rifiuti pericolosi. Lo attesta l’Unione Europea, che in base a tale rilevazione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia, chiedendo il pagamento di un’ammenda forfettaria di 56 milioni di euro oltre a pesanti supplementi in caso di persistenza nell’irregolarità.

Andasse affanculo l’Unione europea.

Le istituzioni sono preposte alla cura dell’interesse pubblico. Uno di questi è la tutela dell’ambiente. Ci si aspetterebbe, dunque, che le istituzioni regolino i mercati affinché a monte – e non solo a valle – siano impedite, sin dalla fase di progettazione, pratiche che possono aumentare la possibilità di produrre rifiuti. Invece pare che si scarichino sempre le responsabilità verso il basso e che si additi la gente come principale responsabile del problema della produzione di rifiuti, lasciando indenne il mercato.

Ma se tu mi vendi un prodotto che tra 5 minuti sarà già un rifiuto, mica è mia la colpa. Se non lo produci, non lo commercializzi e non lo spingi, io non lo comprerò. Ma se lo produci, lo commercializzi e lo promuovi… anzi, lo rendi quasi una scelta obbligata, è chiaro che lo compro. Poi però non ti lamentare se lo butto via.

E’ nato per questo. Per essere un rifiuto già all’atto della produzione.

Vi racconto una storiella

Vi premetto una cosa. Sono un vaper, di quelli accaniti. Ex fumatore felice, non tocco più una sigaretta da anni. Anzi, ora le schifo pure.

Ho smesso di fumare proprio grazie all’e-cig e, dopo aver imparato a rigenerare, sono diventato un vaper felice, perché spendo poco e svapo con i parametri che decido io (tipo di liquido, tipo di svapata, ecc.).

Lo scorso weekend sono uscito per fare una due giorni in bici. Prima di partire preparo lo zaino e ci metto di tutto dentro, anche l’e-cig e un paio di boccette di scorta di liquido (fai da te) e qualche batteria di ricambio (di quelle removibili).

Poi, ad un certo punto, mi regolo diversamente. Ho un po’ di borse per la bici e lo zaino non mi serve. Anzi, mi appesantisce. Così decido di riversare ciò che avevo nello zaino nelle borse della bici.

Esco di casa ed inizio a pedalare. Dopo una cinquantina di km mi fermo ad un bar per far sosta caffè e sigaretta (elettronica). Frugo nella borsa da manubrio, dove trovo le batterie, le boccette e…la sigaretta? Dove diavolo sarà finita?

Cerco ovunque, poi mi si accende la lampadina. L’ho lasciata nella tasca laterale dello zaino! Quasi riesco a visualizzarla, là, in casa, a 50 km di distanza.

E mo’ che faccio? penso tra me e me. Di tornare indietro non se ne parla, sennò rischio di non arrivare in tempo alla meta. Di comprare le sigarette non ci penso minimamente.

E così trovo un negozio di e-cig in paese ed inizio a darci un’occhiata. Magari ne trovo una a prezzi accettabili, anche perché ultimamente l’ammit RDA mi sta dando qualche impiccio.

Invece i prezzi sono decisamente alti e non trovo nessun atom rigenerabile.

Ormai son fuori moda, mi dice il simpatico venditore.

Dopo avergli spiegato le mie necessità, mi suggerisce una sigaretta elettronica usa e getta.

Vanno di moda adesso e poi se ti serve per un paio di giorni, va bene, mi dice.

Mi spiega pure che c’è una promozione. Una costa 9 euro, tre solo a 18. Quindi una ti esce in regalo, mi dice.

Con la morte nel cuore e conscio dell’odio verso il concetto di usa e getta, le prendo. Anche perché non ho alternative. L’atom più economico costa 20 euro e non è rigenerabile. Poi mettici la box. E arriviamo a prezzi alti. Quindi questa è la soluzione meno dolorosa.

Ho la sigaretta elettronica usa e getta adesso

l'abominio della sigaretta elettronica usa e getta

Torno al bar e, dopo il caffè, inizio a svapare. Il tizio del negozio mi diceva che la sigaretta ha un’autonomia di 600 svapate. Sarà, ma dopo un quarto d’ora già non funziona più.

Non parliamo poi del gusto. Ho dovuto scegliere tra diversi fruttati, gusti che già di per sé non sopporto. Ma erano gli unici disponibili: pesca, ribes, more, fragola, ecc.

Il punto è che la nota di fondo era mentolata. Un obrobrio.

Apro la seconda confezione. Questa è alla pesca. Idem. Nota di fondo mentolata.

Inizio a bestemmiare e riprendo a pedalare. Nel tardo pomeriggio arrivo alla meta, pianto la tenda in campeggio e, insieme ad una birrozza post pedalata, inizio a svapare. Non arriva a sera che già sono costretto ad aprire la terza sigaretta elettronica usa e getta.

Dalla rigenerabile alla sigaretta elettronica usa e getta

Mi spiegate come siamo arrivati a tanto? Quando è nato il mondo dell’e-cig era un susseguirsi di esperimenti, tentativi, dibattiti, tanto da arrivare ad un mercato maturo ed articolato, fatto di componenti destinati a durare.

Pareva che il mondo dell’e-cig fosse quello dell’estrema personalizzazione e delle componenti di qualità. Difatti per qualche anno è stato così. Praticamente ti bastava comprare un atom e questo ti durava a lungo. Dovevi cambiare solo il cotone di frequente ed il filo della coil di tanto in tanto. Su una stessa coil potevi metterci diversi fili, per diverse esperienze di svapo, dal kanthal all’acciaio al nichel o altre leghe.

Idem per la box. Dopo svariate prove son passato a box con batterie rimovibili e, in pratica, tengo le stesse batterie 18650 dal 2019. Son calate di prestazioni, ma funzionano ancora.

Con il passare del tempo ho notato che i negozi online da cui mi servivo iniziavano man mano a proporre sempre meno prodotti per la rigenerazione e sempre più prodotti usa e getta.

Fin quando si tratta di coil usa e getta, passi pure. Anche se odio l’idea di buttare via dell’acciaio.

Ma arrivare a proporre intere sigarette elettroniche usa e getta, è un abominio.

E basta dare un’occhiata ai tanti e-commerce di sigarette elettroniche per rendersi conto che quelle più vendute o quelle proposte in primo piano sono le usa e getta. Eppure sono state introdotte sul mercato solo un paio d’anni fa e hanno rapidamente raggiunto il 20% della fetta di mercato dell’e-cig. Perché? Perché i costi di produzione sono bassi e i ricavi alti. Ecco perché i produttori le spingono e i commercianti pure. Perché hanno un margine più alto rispetto ad una classica e-cig, molto più complessa da produrre, con molto più acciaio e con margini di guadagno più bassi.

La sigaretta elettronica usa e getta in sintesi

In buona sostanza la sigaretta elettronica usa e getta è una sigaretta che:

– ha gusti di mmerda;

– ha un retrogusto mentolato che ti gratta in gola dopo manco 10 minuti che la usi;

– dura un cazzo;

– dopo che si è consumata butti via un pezzo di plastica integrato ad una batteria.

In pratica è l’antitesi dell’ambientalismo.

Dove la butti? Nell’indifferenziato, ovvio. Ma stai buttando via una batteria al litio che non si può né estrarre né ricaricare.

Questa è pura malvagità, nei confronti dell’ambiente e delle persone.

E le istituzioni permettono che queste diavolerie siano messe in vendita. Anzi, ipocritamente, dopo che il mercato si è saturato, iniziano lentamente a regolarlo, come sta accadendo in Inghilterra, dove solo ora sono state vietate. Mentre l’Europa sta ancora valutando se vietarle nel territorio europeo.

Poi additano noi come responsabili dell’inquinamento ambientale. E ci impongono pure di usare le bottiglie d’acqua con quel cazzo di tappo che non si estrae più, perché inquina.

Ma andatevene affanculo. Ipocriti. Un tappino di plastica inquina molto meno di una batteria al litio.

Per inciso, mi tengo care care le sigarette elettroniche rigenerabili e la prossima volta che resto senza, col cazzo che compro un’usa e getta. Piuttosto ritorno al tabacco trinciato. Quantomeno è più ecologico.

Ti va di iscriverti alla Newsletter?

Iscriviti per ricevere di tanto in tanto gli ultimi articoli pubblicati.

Leggi la Privacy Policy per avere maggiori informazioni. Ci tengo alla tua privacy tanto come alla mia.

Commenti

Non ci sono commenti. Vuoi iniziare una conversazione?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *