Cari quattro lettori,
questo blog, nelle mie intenzioni originarie, doveva essere un luogo di riflessioni su come va il mondo e su come lo vedo io. Da qui il motto “uno sguardo personale sul mondo”. Insomma, doveva essere un blog, ossia un diario. E i diari, da che mondo è mondo, si scrivono tutti i giorni (o quasi). Poi, invece, nella realtà, ho iniziato a capire che non è così facile tenere un blog secondo questi criteri. Perché per farlo ci vuole tempo, ci vogliono denari, ci vuole costanza.
Tre cose che mi mancano.
Il tempo
Quello mi manca. O forse non lo trovo. Mi piace occuparmi di tanto e, giocoforza, qualcosa viene meno. Ultimamente sono cambiate un po’ di cose nella mia vita. Nuova città, nuovo lavoro, nuove sfide, nuovi interessi. E così ho trascurato di aggiornare il blog, anche se avrei tanto da dire, spesso preferisco il silenzio all’assordante rumore di parole gettate al vento.
E poi, come spiego più in basso, spesso preferisco uscire, andarmene a contatto con la natura, frequentare luoghi silenziosi e quieti, dove sento solo il canto degli uccelli o il frusciare delle foglie di alberi antichi, anziché scrivere qualcosa di dubbia utilità, davanti ad un PC, con non so ancora quali obiettivi.
Tra l’altro ho sempre concepito questo blog come un luogo di riflessioni e approfondimenti e mi son sempre reso conto che per entrambi occorre una smisurata quantità di tempo. Perché per comprendere le cose, semplificarle e renderle fruibili ai più, occorrono ore e ore di studio, letture, scarti immani di notizie infondate, confronti, analisi, sintesi, insomma, un lavoraccio che spesso richiede giorni di lavoro.
Durante il periodo pandemico, senza lavoro e con un nuovo progetto di vita che stavo implementando, avevo tempo a disposizione, nonostante in quel periodo avessi iniziato a curare l’orto e a salvare gli ulivi da una morte indotta (vedi qua di cosa sto parlando) e mi divertivo ad approfondire, studiare e poi scrivere articoli più o meno strutturati.
Poi con il nuovo lavoro (e ora ne ho un altro, dall’altra parte dell’Italia), è venuto meno il tempo, l’entusiasmo e anche la voglia di farmi il mazzo per scrivere articoli spesso lunghi ed in antitesi con le tendenze del momento (ossia prediligere le informazioni lampo o le minchiate da social).
I soldi
Questo blog nasceva nel 2017 quando, con manco na settantina di euro annui, riuscivi a gestirlo. Negli anni Aruba, il service provider a cui ho affidato questo spazio, ha applicato aumenti di tariffe sempre più consistenti. Ogni anno c’erano aumenti non particolarmente significativi, ma costanti, fino ad arrivare a febbraio 2024 quando mi ha mandato una mail dicendo che, al prossimo rinnovo, il dominio e lo spazio web mi sarebbero costati 113 euri annui.
Al ché ho detto basta. Questo spazio voleva e doveva restare senza pubblicità e del tutto autofinanziato, ma pare che, allo stato attuale, ciò non sia possibile.
Ma non volevo chiudere il blog.
Sicché ho spostato tutto su un altro fornitore di servizi, un po’ più economico, ma comunque costoso. E così ho deciso, mio malgrado, di accettare un po’ di banner sul sito, il ché non ti fa certo guadagnare, ma quantomeno copre una parte (molto marginale) dei costi.
Non era certo quello che volevo, ma pare che oggigiorno funzioni così e siccome con un misero stipendio da dipendente pubblico ci copro a malapena affitto e spesa, mi auguro che qualche euro in più possa quantomeno pagare i costi vivi per mantenere in piedi questo blog, così malandato.
La costanza
Non è una delle mie virtù principali. Sarà per questo che, nella vita, ho cambiato più lavori che maglie della salute.
E tra poco cambierò di nuovo vita. Nuova città, una nuova e diversa attività e nuove sfide. Ma di questo ne parleremo più avanti!
La costanza mi manca in particolare nel rapporto tra pensiero e azione. Sono tanti (anche troppi) i temi che mi interessano e questo blog ne tratta tanti: dalla politica allo svapo, dall’automotive alla cultura, dalla psicologia all’economia. Non sono esperto in nessuno di questi settori, ma sono sempre spinto da un’enorme curiosità di imparare e di condividere.
Nuove sezioni
Vi annuncio che a breve nascerà una nuova sezione che si chiamerà “in giro”. Siccome negli ultimi anni mi sono appassionato al trekking e alle uscite in MTB, desidero condividere con i miei quattro lettori le esperienze fatte in giro per l’Italia. Non sono tantissime, ma per me sono state significative.
In questi anni ho tenuto una sorta di registro, segnando i luoghi percorsi, le impressioni, le distanze e tracciando tutto con il GPS, in modo da creare una sorta di mappa GPX, per aiutare chi, quei percorsi, non li ha mai fatti. Alcuni sono già abbondantemente tracciati, altri no. Da qui è nata l’idea di dare non solo un supporto materiale, ma anche una serie di pareri personali.
Piano piano popolerò la sezione con i vari post.
Giusto per concludere
Insomma, quest’articolo mi ricorda un po’ il primo di questo blog e un po’ mi rincuora, perché racchiude un po’ lo spirito con cui è nato: scrivere e basta. Era il 20 giugno del 2017, sette anni fa, e lo scrissi di getto, esattamente come questo. Non c’era alcuna intenzione di informare, parlare di argomenti specifici o dare una qualsivoglia utilità. Solo di scrivere. All’epoca non sapevo esattamente di cosa avrei scritto, come non lo so ancora adesso. So solo che intitolai questo blog “il barbuto” perché avevo la barba lunga, lunga lunga e per omaggi nei confronti del mio secondo padre: Marx. Oggi ho la barba più corta, ma continuo ad omaggiare il più grande economista e filosofo della storia contemporanea, osteggiato, ma l’unico in grado di decifrare l’epoca in cui viveva, non molto dissimile, nella struttura, dall’epoca in cui viviamo. E così eccoci qua, in questo caldo luglio, a disquisire di tutto e di niente, a lasciar vagare nella rete parole che non troveranno porti in cui approdare. Sono sicuro che un giorno, rileggendo questo post, un po’ mi vergognerò e un po’ ci riderò sopra, ma va bene così, del resto si tratta di un diario, sebbene affidato alle onde della rete.