Tempo fa avevo pubblicato un articolo che analizzava brevemente il recente Decreto Semplificazioni (Legge 120/2020), grazie al quale non è più richiesta la visita e prova presso la Motorizzazione, ossia il collaudo, per diverse modifiche, tra cui l’installazione del gancio traino. Oggi ci concentriamo su quest’ultimo. Se l’automobilista ha necessità di installare un gancio traino e acquistare un carrello rimorchio, spenderà di più che in passato, con maggiori sbattimenti burocratici.
La domanda che sorge spontanea, quando si legge il Decreto Semplificazioni, è: perché è stato abolito il collaudo per il gancio e non per il rimorchio? O perché non è rimasto com’era prima? (che era meglio).
Se decido di installare un gancio non lo faccio così per sport. E’ ovvio che lo faccio perché voglio attaccarci un rimorchio. Che sia un carrello leggero, un rimorchio per la barca, una roulotte, quello che è, il gancio mi serve per rimorchiare (anche se, a onor del vero, ho parcheggiato gancio e carrello di fronte al pub, ma non ho rimorchiato alcuna pulzella).
Quindi delle due l’una: o il legislatore lascia il collaudo così com’era, cioè per gancio e carrello, oppure lo abolisce per entrambi. Abolendolo solo per il gancio, la considerazione più ovvia è che il legislatore non capisce la realtà. Oppure fa il furbo, perché così aumenta i costi senza sollevare polveroni.
Per capire come sono aumentati i costi bisogna prima fare un cenno a come funzionava la vecchia procedura. Ossia quando dovevi collaudare sia il gancio che il carrello.
Vecchia procedura
Con la vecchia procedura (collaudo) il proprietario del veicolo (o un suo delegato), dopo aver fatto montare il gancio traino da un’apposita officina, si faceva rilasciare la documentazione tecnica (certificato di origine del gancio e dichiarazione di montaggio).
Dopodiché compilava il modello TT 2119 (fornito dalla MCTC o che si scarica qui), inserendo i dati del proprietario e quelli del veicolo, pagava due bollettini, uno di 25,00 e uno di 32,00 € e, con la fotocopia del libretto e il certificato di conformità rilasciato dalla casa costruttrice del carrello, andava in motorizzazione, lasciava tutta la documentazione e otteneva una ricevuta con sopra indicata la data in cui presentarsi per il collaudo.
Alla data indicata andava in MCTC, presso l’officina interna. Lì un addetto, dopo una verifica formale di corrispondenza dei numeri di telaio, matricola, ecc., effettuava la visita e prova di gancio e carrello. Che, senza portarla per le lunghe, funzionava più o meno come la revisione (che, difatti, è la ripetizione della visita e prova), ma finalizzato solo a verificare la perfetta funzionalità di carrello e gancio.
Fatto ciò gli rilasciava un certificato sostitutivo del libretto di circolazione (il foglio provvisorio). Al ché, dopo un lasso di tempo che dipende dall’efficienza degli uffici, tornava in MCTC, ritirava il libretto nuovo oppure il tagliando da appiccicare sopra a quello vecchio.
Nel frattempo compilava nuovamente il modello TT 2119, pagava i bollettini e produceva copia del documento d’identità. Poi, ritirato il libretto, ne produceva copia per richiedere la targa del carrello. Ritirata la targa, la procedura finiva.
Nuova procedura
Con la nuova procedura intanto il proprietario del mezzo deve accertarsi che l’officina in cui montare il gancio sia accreditata presso l’Ufficio MCTC territorialmente competente. Conclusi i lavori, l’officina rilascia l’attestazione dei lavori, la certificazione di origine dei componenti installati e il certificato di conformità, se previsto.
Inoltre, in questa fase di transizione (la vecchia procedura si poteva ancora fare fino ad aprile 2021), anche un’autocertificazione, da parte dell’officina, di dichiarazione di perfetto montaggio del gancio (non sempre richiesta in MCTC).
Con questi documenti, il proprietario compila il modulo TT 2019 e paga i bollettini, di € 16,00 e di € 10,20. Va in motorizzazione, lascia i documenti e attende di ricevere il libretto aggiornato (nuovo oppure con il tagliandino).
Solo dopo aver ritirato il libretto, può procedere al collaudo del carrello.
E così deve tornare in MCTC e compilare nuovamente il modello TT 2019. Pagare i bollettini di € 25,00 ed € 32,00, allegare la documentazione richiesta e poi riceve l’appuntamento per il collaudo.
Il resto della procedura è simile (libretto aggiornato e targa rimorchio).
Le differenze tra vecchia e nuova procedura
Già da questa semplice lettura si capisce che il Decreto Semplificazioni non solo complica la vita a chi vuole installare un gancio (che, si presume, debba agganciare qualcosa), ma la rende pure più onerosa.
Partiamo dai costi
Per capirci meglio, facciamo uno schemino, indicando i costi di prima e di dopo.
Prima: € 25,00 + € 32,00 di bollettini. Con 57,00 € effettuavi la domanda per collaudare gancio e carrello. Tutto in un’unica domanda e pagando solo due bollettini.
Ora: € 10,20 + € 16,00 + € 25,00 + € 32,00. Oggi il costo complessivo della procedura è di € 83,20.
Se ti rivolgi all’agenzia costa di più. Se prima si trattava di una sola pratica (collaudo di gancio+carrello), oggi si tratta di due pratiche distinte. Quindi se l’agenzia, per esempio, prende 40,00 € di commissione, oggi ti costerà 66,20 la prima procedura (aggiornamento libretto per montaggio gancio) e 97,00 € la seconda procedura (collaudo carrello).
Gli sbattimenti
Se invece, come preferisco, ti piace sbrigartela per i fatti tuoi ed evitare di spendere soldi in agenzia, gli sbattimenti aumentano. Per sbattimenti intendo il numero di volte in cui ti devi recare in Motorizzazione.
Il ché comprende andarci (per chi vive in paese, lontano dagli uffici, è già uno sbattimento), fare la fila, relazionarsi con i dipendenti (che, a volte, sono ostici ed eccessivamente burocratici negli atteggiamenti), pagare i bollettini (non sempre è possibile farlo on-line), fare le fotocopie.
Tipo, per dire, la fotocopia del libretto aggiornato, che va fatta nel momento in cui lo ritiri e chiedi, al contempo, la targa del rimorchio, senza doverci tornare un’altra volta. Se l’ufficio non fa fotocopie, devi uscire, trovare chi la fa, tornare e fare di nuovo la fila.
Prima: in MCTC ci andavi quattro volte. La prima per chiedere informazioni e ritirare la modulistica. La seconda per presentare la domanda e ottenere l’appuntamento per la visita e prova. La terza, appunto, per la visita e prova. In questa fase, contestualmente, ritiravi di nuovo la modulistica per la targa del rimorchio. La quarta, infine, per ritirare il libretto aggiornato e, contestualmente, richiedere la targa (che te la danno sul momento).
Ora: ci devi andare sei volte. La prima per chiedere informazioni e ritirare la modulistica. La seconda per presentare la domanda. La terza per ritirare il libretto aggiornato e ritirare la modulistica per il collaudo del carrello. La quarta per presentare la domanda di collaudo e ottenere l’appuntamento. La quinta per la visita e prova. In questa fase, contestualmente, ritiri di nuovo la modulistica per la targa del rimorchio. La sesta, infine, per ritirare il libretto (nuovamente) aggiornato e, contestualmente, richiedere la targa (che te la danno sul momento).
La targa rimorchio
Giusto per concludere con una chicca. La targa del rimorchio (obbligatoria) ha un costo esorbitante, considerando che è un pezzo di lamiera gialla. Vanno effettuati tre versamenti: uno di € 10,20, uno di € 16,00 e uno di € 24,74. Ah, oggi il costo dei bollettini in posta è salito a quasi 1,80 €. Praticamente il costo complessivo è di quasi 57,00 €.
Per concludere
E’ ovvio che, per installare gancio e carrello, oggi non è più semplice come era in passato. Quindi mi chiedo cosa esattamente semplifichi il Decreto Semplificazioni. Semmai avrebbero dovuto chiamarlo Decreto Rincari. Oppure Decreto Sbattimenti.
Dai, cosa esattamente semplifica il fatto che il libretto debba essere aggiornato due volte, in due distinte procedure, che, però si riferiscono allo stesso obiettivo? (cioè: installare un gancio e, di conseguenza, un rimorchio). E cosa semplifica il fatto che il costo complessivo aumenta?
Il tutto in barba a quei principi di sburocratizzazione tanto decantati dalla classe politica, che, in questo caso, sono in aperta contraddizione con quella che è la realtà. E’ evidente che questi costi, sommati al costo di installazione del gancio e di acquisto del rimorchio, inducano diverse persone ad agire nell’illegalità.
Non è affatto raro incontrare, specie al Sud Italia, persone che girano con carrelli non collaudati, mettendo così a rischio la circolazione. Ma se i costi diminuissero (anziché aumentare) e la burocrazia si snellisse (per davvero), questi fenomeni di illegalità di necessità si attenuerebbero.
Ma, a quanto pare, l’attuale classe dirigente preferisce continuare ad agire sul piano dell’immagine ed evitare di risolvere i problemi, perché, in fondo, è più facile fare politica per proclami che mettersi col culo sulla sedia e lavorare per l’interesse pubblico. E ciò vale per tutta l’attuale classe dirigente (eccezion fatta per pochi, isolati, casi), indipendentemente dal colore politico, che è tutto accomunato dall’appartenenza ad una classe sociale che, dell’interesse pubblico, proprio se ne sbatte.