La notizia che Google ha sospeso la licenza Android sugli smartphone prodotti dall’azienda cinese guidata da Meng Wanzhou, figlia del fondatore, non stupisce più di tanto.

L’ipotesi (a tratti complottistica) per cui Huawei rappresenta una minaccia nazionale, ormai diventata un chiodo fisso nella testa di Donald Trump, ha portato ad un provvedimento che impone a tutte le aziende americane di non acquistare o vendere servizi o componenti nei confronti di aziende che costituiscono una minaccia nazionale. In altre parole: Huawei. E quindi Google si è adeguata all’imposizione di Trump.

Ma perché questa fissa di Trump?

Secondo Trump Huawei avrebbe frodato circa quattro istituti finanziari per aggirare le sanzioni statunitensi contro l’Iran. E’ per questo motivo che la direttrice finanziaria, Meng Wanzhou, è stata arrestata il 1 dicembre 2018 con l’accusa di cospirazione per frode nei confronti di HSBC Holdings Plc e altre banche, tramite Skycom Tech Co Ltd, una presunta società di facciata che opera in Iran.

Inoltre, dato che Huawei al momento controlla il 30% del mercato di sviluppo del 5G ed è il secondo produttore al mondo di Smartphone, dopo Samsung, Trump ha paura che con il controllo delle infrastrutture e delle telecomunicazioni la Cina possa spiare gli USA.

Meng Wanzhou si trovava a Vancouver quando è stata arrestata e il Canada ha subito concesso l’estradizione negli USA, su cui il governo cinese, tramite il consolato in Canada, si è opposto fermamente, dichiarando, unitamente all’azienda, la completa estraneità ai fatti contestati. Prontamente però gli USA hanno dichiarato di avere prove inconfutabili su quanto affermato e si è poi scoperto che queste prove sono state ottenute tramite sorveglianza elettronica e ricerca fisica.

In altre parole gli USA hanno spiato gli spioni!

Ad ogni modo al momento le prove che gli USA si fregiano di avere non sono ancora state fornite e non è ancora chiaro come si svilupperà la faccenda. Sta di fatto, però, che con questa mossa Trump ha commesso due fondamentali errori.

Mostrare la debolezza degli USA

Trump non sembra avere le idee molto chiare su come si gioca la battaglia di egemonia geo-politica globale, dato che tutte le sue mosse finora si sono rivelate utili alla Cina. I suoi continui attacchi e i suoi proclami sui dazi, iniziati l’estate scorsa, hanno portato ad una svalutazione dello yuan che, di fatto, ha favorito le importazioni di prodotti cinesi. E così ha reagito imponendo l’aumento dei dazi dal 10% al 25% su 200 miliardi di merci cinesi, minacciando di allargare l’aumento ad altri 300 miliardi di merci.

Pechino però ha risposto con un aumento dei dazi al 25% sulle merci importate in Cina, arrecando, nel complesso, un danno maggiore agli USA.

Inoltre la politica di soft-power intrapresa da Xi Jinping, che ha favorito il progetto della Via della Seta, pur in tutte le sue criticità, si è rivelata più vincente rispetto al protezionismo e imperialismo di stampo statunitense che finora ha funzionato solo grazie al fatto che gli USA hanno dominato da soli la scena globale, sia sul mercato che sul piano militare e diplomatico.

Ma oggi la battaglia si gioca in due e sembra di assistere ad una partita a scacchi, dove uno è incazzoso ed emotivo e l’altro calmo e riflessivo. Chi vincerà la partita? Sembra una domanda retorica.

Reagire con la forza della legge sul mercato

Huawei si è tolta dal mercato americano già nel 2018. Ma ciò non è bastato a Trump, che sa benissimo come l’azienda sia leader nel resto del Mondo.

E così ha imposto a Intel e altri produttori di non vendere i propri componenti a Huawei, ma l’azienda, fiutando l’aria, si era già preparata, diversificando le fonti di approvvigionamento. E allora, per continuare la sua insulsa lotta, Trump ha imposto a Google di eliminare i suoi servizi dagli smartphone di Huawei nel resto del mercato.

Come tutti sappiamo, Android si basa su un codice sorgente open source e su una serie di app preinstallate. Google non fa altro che prendere la versione base di Android, migliorarla, renderla più fruibile e installarci le sue app.

Come ben sappiamo, senza un account Google su Android non potremmo sfruttare tutte le funzionalità del SO. Quindi, di fatto, Google è proprietario di Android, il quale viene distribuito a tutte le aziende produttrici di smartphone le quali si preoccuperanno solo di adattare la versione ai propri dispositivi.

Google rilascia anche dei tool per facilitare gli aggiornamenti per ogni versione adattata dalla casa madre. Quindi sospendere la licenza significa rendere inutilizzabile il dispositivo, non solo negli USA, ma in tutto il mondo.

Ecco perché questa mossa farà perdere a Huawei molte quote di mercato e farà crollare il suo fatturato.

Trump, con la forza della legge, è entrato a gamba tesa nel mercato globale, influenzando le scelte dei consumatori di tutto il mondo. E Google mostra di essere un’azienda non più globale, ma asservita alle leggi capricciose di un singolo paese, governato da un folle.

C’entra qualcosa il 5G?

Il 5G è un’architettura completamente nuova e rappresenta lo standard del futuro nell’evoluzione di Internet. La necessità di sviluppare questa nuova infrastruttura nasce dal fatto che presto saranno connessi alla rete non solo quasi un miliardo di nuovi utenti, ma oggetti e strumenti industriali, per cui serve qualcosa che regga un continuo e crescente scambio di dati. Da qui è nata l’esigenza di sviluppare una nuova infrastruttura.

Al momento i leader del mercato sono Huawei, Nokia ed Ericsson, ma l’azienda cinese vale da sola il 30% del mercato. In tutta Europa molte aziende di telecomunicazioni (tra cui la nostra Telecom) si sono già schierate con Huawei e tutto ciò spaventa Trump, che sa benissimo quali e quante quote di mercato perderanno le sue aziende con il 5G. Quindi le accuse di spionaggio (fatte da chi ha dichiarato di aver spiato!) non reggono, mentre il vero motivo è il timore che Trump ha nei confronti della potenza tecnologica della Cina.

L’unica via di uscita per Huawei?

Sviluppare un sistema operativo proprietario ma open source, tenendo a mente i plateali fallimenti di Windows Phone, BlackBerry, Palm OS o Firefox OS, giusto per citarne qualcuno. Non è una strada facile da seguire, perché il successo o l’insuccesso di un SO dipende dalla sua usabilità e da quante app dispone. Ma è un percorso interessante, perché la gente si è stancata del dualismo Android-IoS e molti utenti apprezzerebbero la presenza sul mercato di un SO alternativo e magari più rispettoso della privacy degli utenti e facile da utilizzare.

Certo resta il fatto che per i prossimi mesi (se non anni) Huawei perderà fortissime quote di mercato, almeno fin quando permarranno i divieti imposti da Trump.

Cosa succede al mio dispositivo Huawei?

Tutti i dispositivi Huawei già venduti o al momento in vendita funzioneranno normalmente, incluse le app di Google, solo ci potranno essere dei problemi, in futuro, sugli aggiornamenti. Dato che il SO presente sui dispositivi Huawei non sarà aggiornato, si potranno verificare dei malfunzionamenti di app che si baseranno sui sistemi aggiornati. Quindi l’unica cosa che si può fare al momento è di attendere ulteriori sviluppi e sperare che quella testa calda di Trump ritrovi il senso della ragione (ma ne dubito).

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