Sin da bambino mi hanno insegnato che a casa mia le bollette si pagano, ma oggi, da adulto, ho appreso che a casa di pound no.

Oddio, dato che hanno occupato uno stabile pubblico ormai da 15 anni si comprende che quello non sia casa loro e quindi sarà questa la ragione per cui le bollette non le pagano.

Di chi è lo stabile? Del Miur, cioè del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. E la corrente chi la fornisce? ACEA, ossia un gruppo multiservizi che, attraverso le società partecipate, gestisce infrastrutture e fornisce servizi idrici, energetici e ambientali.

Insomma, ACEA è il fornitore di corrente dello stabile occupato da 15 anni da Casa Pound.

In questi anni, a quanto pare, il gruppo neo-fascista capeggiato da Gianluca Iannone e Simone Di Stefano è moroso di circa 330.000 €, ma la corrente continua ad essere erogata.

A casa mia la corrente la staccano

A casa mia, come a casa di tutti gli italiani normali, se ti dimentichi o non hai la possibilità economica di pagare una bolletta, dopo i primi solleciti, il fornitore inizia a ridurre la tensione, per poi staccare completamente la fornitura dopo pochi mesi. Casa Pound invece continua ad essere morosa da molti anni.

La sede completamente illegale di Casa Pound

Se qualcuno obietta dicendo che loro la corrente la pagano, vorrei solo ricordare  l’art. 5, comma 1 del DL n. 47/2014 secondo cui chiunque occupi abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza (…)  e che gli atti aventi ad oggetto l’allacciamento dei servizi di energia elettrica, di gas, di servizi idrici e della telefonia fissa, nelle forme della stipulazione, della volturazione, del rinnovo sono nulli, e pertanto non possano essere stipulati o comunque adottati, qualora non riportino i dati identificativi del richiedente e il titolo che attesti la proprietà, il regolare possesso o la regolare detenzione dell’unità immobiliare in favore della quale si richiede l’allacciamento.

Del resto, come tutti gli italiani normali come me sanno, non puoi allacciare la corrente in un immobile intestato ad un altro, senza il suo consenso, figurati se lo puoi fare in un immobile occupato. Eppure loro lo fanno e continuano a viverci, illegalmente.

Due pesi e due misure

Ciò detto mi sorprende l’atteggiamento irrazionale di ACEA dopo il caso del cardinale Konrad Krajewski che si è calato nei sotterranei dello stabile per riallacciare la corrente staccata per morosità agli abusivi dell’ex sede Inpdap di via di Santa Croce in Gerusalemme a Roma.

Il gruppo ACEA ha contestato loro il reato, tramite una denuncia in procura, mentre per gli abusivi di Casa Pound, per lo stesso debito e le stesse dinamiche (occupazione abusiva e allaccio abusivo) non risulta alcuna contestazione. A chi figlio e a chi figliastro, dice la saggezza popolare.

Insomma, ACEA sembra essere molto generosa e permissiva con Casa Pound, così come anche lo Stato, padrone dello stabile occupato, che finora non ha fatto salti mortali per riprendersi l’immobile. O meglio, sembra averci provato, ma dopo la minaccia che ci sarebbe stato un bagno di sangue se avessero provato a sgomberare, ci ha rinunciato. A dire il vero non c’è proprio la volontà di cacciarli via, dato che l’immobile, a quanto pare, non serve allo Stato.

Eppure sono anni che gli studenti universitari romani lamentano la mancanza di aule per fare lezione e molte sedi sono decentrate. Una sede universitaria in pieno centro a Roma non farebbe comodo? E non sarebbe meglio sfruttare l’immobile per alimentare la cultura invece che l’intolleranza e l’illegalità?

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