La Xylella in Puglia non fa seccare gli ulivi, ma riserva ogni giorno tante sorprese, alcune favorevoli ai suoi strenui sostenitori (ma che di facciata dicono di volerla sconfiggere), altre un po’ meno. In pochi giorni si scopre, per esempio, che la Procura di Lecce ha archiviato l’annosa indagine (aperta nel 2014) in cui sono stati messi sotto inchiesta diversi scienziati e funzionari pubblici, non senza bacchettarli per la gestione opaca e casinista dei monitoraggi e delle analisi, e a Monopoli (Bari) si scopre un albero di ulivo prima infetto e poi no. Quante sorprese sotto il cielo pugliese! Ma andiamo con ordine.
L’archiviazione dell’inchiesta
Con 44 pagine di decreto d’archiviazione il giudice per le indagini preliminari, Alcide Maritati, ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e del sostituto Roberta Licci di archiviare il fascicolo aperto nel 2014 da cui è scaturito, a dicembre 2015, il decreto di sequestro di numerosi alberi di ulivo nel Nord Salento, bloccando di fatto il c.d. piano Silletti (V. qui per approfondire).
La richiesta di archiviazione nasce dal fatto che è praticamente impossibile dimostrare la volontaria diffusone della malattia delle piante (art. 500 c.p.) e soprattutto che è difficile stabilire se l’osservanza delle corrette regole di comportamento avrebbe o meno fatto realizzare l’evento.
In altre parole il GIP sostiene che gli indagati (docenti universitari, scienziati, dirigenti regionali, ecc.) ciascuno per il suo ruolo, non hanno agito seguendo le regole e le prassi che sarebbero state necessarie in quella situazione e che il loro atteggiamento è stato caratterizzato da scarsa trasparenza e professionalità, non consono complessivamente a una corretta gestione dell’emergenza e con metodi caratterizzati da pressapochismo e negligenza.
Tuttavia lo stesso GIP ha annunciato la trasmissione alla Procura di Bari di una parte del fascicolo contenente le ipotesi di reato di falso ravvisate negli atti acquisiti all’Istituto Agronomico di Valenzano (Bari) e nelle comunicazioni arrivate dall’Osservatorio Fitosanitario di Bari nel 2013 relativamente al primo momento in cui si parla ufficialmente di Xylella.
Dunque l’inchiesta non è del tutto chiusa, dato che la Procura di Bari ha un’indagine aperta.
E qui arriviamo alla seconda sorpresa che il fastidioso batterio ci ha riservato.
L’Ulivo prima malato di Xylella e poi misteriosamente guarito
Il 17 dicembre 2018 viene effettuato un monitoraggio di ulivi in agro di Monopoli e, secondo la scienza ufficiale (CNR Bari, reti di laboratorio Selge, Uniba Dip. di Scienze del suolo, delle piante e degli alimenti) su tre ulivi viene accertata la presenza del batterio di Xylella fastidiosa, così come si evince da questi documenti
Dunque ne viene imposto l’abbattimento, così come stabilito dalla normativa vigente, la quale – va aggiunto – impone non solo gli abbattimenti e le misure fitosanitarie (che prevedono l’uso di pesticidi, dannosi per la salute umana e l’ambiente) ma vieta a chiunque di effettuare delle analisi alternative sulle piante. Quindi, in poche parole, ci si deve fidare della scienza la cui ufficialità è marchiata per legge (leggasi: per politica) e non si possono richiedere pareri o riscontri scientifici a quell’altra scienza, quella che è sempre scienza, ma non ha il copyright della legge.
Peccato che tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.
Difatti la Procura di Bari, a seguito di esposti, apre un’inchiesta e procede al sequestro di quegli alberi su cui è stata riscontrata la presenza del batterio e, quindi, da abbattere. Al sequestro succedono delle analisi effettuate da tecnici inviati dalla Procura e proprio negli scorsi giorni si viene a sapere che su una delle piante, quella isolata fisicamente (su cui, in altre parole, è stata messa una rete anti insetto per evitare la diffusione della malattia) le analisi elisa e molecolari hanno dato esito negativo e quindi l’abbattimento viene sospeso. Ecco l’atto ufficiale
Ma come? Quella pianta non era positiva alla presenza del batterio? Sì, secondo le analisi della scienza ufficiale, no, secondo le analisi alternative.
Ora qualcuno potrebbe dire che non sempre i test danno gli stessi risultati, che non sempre sono attendibili e che bisogna effettuare più test per avere la certezza (quasi) assoluta del loro esito, ma queste giuste obiezioni devono valere sempre ed è per questo che non si comprendono le ragioni per cui viene vietato di effettuare dei test alternativi e per anni sono stati imposti degli abbattimenti di migliaia di piante sane, ai cui proprietari non è stato concesso di fare sperimentazioni o analisi alternative per salvarle. Come non si comprende il motivo per cui si procedeva ad analisi visive o perché ai proprietari veniva notificato l’ordine di abbattimento la sera prima.
Questo risultato odierno lascia intendere che andrebbero rifatte tutte le analisi e che i dogmi su cui si basa la scienza ufficiale non sono poi così incrollabili e di cui ci si deve fidare a occhi chiusi. Se ogni soggetto interessato (sia esso il proprietario degli alberi o un ambientalista) avesse accesso alle libere analisi (ribadisco, vietate dalle normative vigenti), forse si scoprirebbe che non esiste un’emergenza, che il batterio è scarsamente presente in Puglia e che non provoca i disseccamenti degli ulivi.
Lo dice addirittura Donato Boscia, del CNR di Bari (preso da trnews, relativo agli atti di indagine della Procura di Lecce)
La realtà è semplice e si basa su forti interessi economici. Per chi vuole approfondire, l’ho raccontata qui.
Chi restituirà gli ulivi abbattuti ai proprietari e alla popolazione locale? Chi si riprenderà indietro gli ettolitri di diserbanti e insetticidi gettati per una presunta lotta ai mulini a vento? Una lotta che finora ha provocato immensi danni alle popolazioni locali e zero risultati sul piano della gestione del batterio. Chi chiederà scusa a tutti quelli che sono stati tacciati come complottisti quando evidenziavano gli interessi economici che sottendono la questione Xylella in Puglia? Chi farà tornare il sorriso sul volto martoriato del piccolo contadino che ha sacrificato una vita per custodire i suoi ulivi e se li è visti abbattere dalla furia distruttiva della politica scientista?
Non esiste alcuna emergenza Xylella. L’unica emergenza è quella di trovare un pretesto per abbattere facilmente ulivi improduttivi secondo la logica neo-liberista e mercificare la terra, da parte di chi la terra non la coltiva, non la ama e la vuole acquistare a prezzi stracciati per trarre quanto più profitto possibile.