Versi vuoti vuol essere un omaggio a mia madre, ma anche un’amara riflessione su quanto la vita di oggi, così edonistica e liquida, mi destabilizzi a tal punto da abbandonare ogni forma di resistenza, fino all’epilogo finale.

Versi vuoti in bicchiere
pieno di nettare avvelenato
lenisce ferite spirituali
e, al contempo, lento ammala
un corpo sano.
Mia madre sempre mi dice
io vi ho fatti sani
e vi ammalate
con le vostre mani.
Ma tu, Madre mia, crescesti
in povera famiglia ricca
di morale e sacrifici
lontani dalle suadenti note
d’una vita di consumi
e modelli distorti e ansie
contemporanee.
Tu mi hai regalato morale
e insegnamenti e disciplina
e lesta il liquido mare
dell’edonistico piacere
se li è portati via, al largo.
E io che vivo tra il ricordo
di ligia morale e l’oggi
di corruttele e barbarie
non potendo tornare indietro
né volendo andare avanti
mi lascio trascinare dal
liquido composto di versi
vuoti in bicchiere pieno,
avvelenato, che lesto mi
spinge al paradiso dei dannati.

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