A quanto pare il neo eletto Presidente della Camera, Roberto Fico, appena insediato ha subito scritto una lettera a nonsobenechi per rinunciare all’indennità prevista per la figura del Presidente della Camera. Che bravo uaglione. Ecco il suo post.

Peccato che però questa bella letterina l’avrebbe dovuta scrivere a sé stesso. Già, è lui quello che dovrebbe mettere in discussione – nel ramo del Parlamento che presiede – le modifiche alla Legge necessarie affinché le indennità possano essere eliminate. Dunque, in poche parole, quella bella e dolce letterina, prontamente condivisa sui social, non è altro che carta straccia.
Sul serio?
Eggià. Credo che qualsiasi questore o qualsiasi dipendente della Camera gli avrà detto che le indennità ai Parlamentari sono previste per Costituzione e per Legge statale e che la rinuncia non è contemplata. Semmai si possono ridurre, ma togliere no. Tra l’altro qualche anno fa un suo collega (ma del PDL) ci ha provato (perché prendeva un altro stipendio statale) e gli hanno già risposto che la legge non contempla le rinunce.
Quindi se il Presidente Fico, immagino consapevole di ciò, ha comunque scritto quella lettera a nonsoancorachi, l’ha fatto sapendo che è solo una mera forma di demagogia. Tra l’altro non sarebbe stato sufficiente prendere l’indennità e versarla nel Fondo per il microcredito del M5S? Forse questo gesto di liberalità non avrebbe destato la stessa commozione tra i tanti follower del Presidente? Chissà. Vien da pensare.
Come funziona allora?
Funziona che l’art. 69 della Costituzione stabilisce che “I membri del Parlamento ricevono un’indennità stabilita dalla legge”. La legge è la n. 1261 del 1965, che regola le indennità spettanti ai membri del Parlamento per garantire il libero svolgimento del mandato. Tale Istituto è stato previsto per evitare che i Parlamentari possano essere influenzati economicamente da soggetti terzi (o dal loro partito d’appartenenza) e che quindi possano godere dell’indipendenza nell’esercizio del loro ruolo. Dato che le indennità sono previste per Legge, spetta solo al Parlamento modificare la Legge e permetterne l’abolizione, la rinuncia e altre forme di gestione delle indennità.
I Parlamentari guadagnano assai
Certo, ma questo è un altro tema. Il fatto che un Deputato o un Senatore prendano un mucchio di soldi a titolo di indennità, diaria, rimborsi e pensioni è qualcosa di riprovevole e su cui il Parlamento si è espresso più volte (anche prima dell’avvento dei 5 Stelle) riducendone la portata. I soldi che prendono sono ancora tanti, ma molti meno rispetto a quelli che prendevano i Parlamentari fino a circa 10 anni fa.
Il punto fondamentale resta comunque questo: l’unico soggetto che può modificare la legge che istituisce il trattamento economico dei Parlamentari è…un parlamentare, il quale formula un disegno di legge per l’abolizione o la rinuncia delle indennità, lo propone, il Presidente (cioè il Fico) lo mette in discussione, si vota e poi, se passa, diventa legge (e Fico può finalmente rinunciarvi).
Semplice, no? Quindi, in estrema sintesi, al netto della demagogia, chiediamo al Presidente Fico di mettere in discussione la modifica del Regolamento della Camera per consentire a tutti i Deputati di rinunciare? Lo stesso vale per la Presidentessa Casellati. Anche lei si prende l’onere di fare lo stesso in Senato? E se lo faranno, a buon diritto il Fico potrà postare la notizia sui social. Solo allora, però.