Una poesia sull’emigrazione. Da Sud a Nord. Perché si è sempre più meridionali di qualcuno.
Emigrante
Valigia di cartone
e sguardo ramingo
tu poni le tue speranze
in terre nuove,
ricche di sogni
e di lavoro,
in americhe ostili
o fredda Europa.
Come quel nero africano
che, da Sud
sbarca su meridionali,
italici, lidi
alla ricerca di futuro
e dignità
tu volgi a Nord
la tua fiduciosa vista
e guardi con disprezzo
chi
più meridionale di te
solca sabbia
dalla tua giovinezza
calpestata
che tu, indifferente e grave,
lasciasti all’avverso destino.
Il Nord sognato e mai visto
ti si palesò ostile
tra strade ignote
e ignari soccorsi.
E mentre sguardi glaciali
e biondi capelli
ti schivano, schifati
tu, schiavo tra i servi,
in anni dominio,
di servitù vessato
al tuo loco tornato
tessi affrettati
e ingiusti giudizi
su chi, come te,
lasciò domestici lidi
per avventurarsi
in terre ostili
vagheggiando di lavoro
e dignità.