Flusso di coscienza, parole che escono così, senza un senso apparente. Fragile, come quel nastro che avvolge i pacchi di cartone, destinati a persone che – forse – non troveranno altro che cocci. Fragile, come quel nastro che nessuno legge, ma è lì, a dirci di fare attenzione. Però, sai, nessuno lo legge quel nastro.
Fragile
come quel nastro adesivo
che avvolge l’ondulato cartone
contenente fragili adorni
dai corrieri trascurato
ormai privo
del suo significato.
Ho scritto “fragile”
sulla mia vita
ma nessuno se ne cura
e, noncurante, tra tanti pacchi
nei camion della vita
io viaggio.
Sballonzolo su per le strade
allibite e crepate
mentre il mio contenuto
pian piano s’affligge
e si crepa
rompendosi talvolta
e chi mi aprirà
troverà cocci
di una vita passata
di un viaggio malconcio
e chiederà rimborsi
per non aver goduto
del mio essere in viaggio,
del mio fragile, avverso destino.